5 lezioni del fondatore di Nike per giovani imprenditori

Oggi Nike è una delle aziende più famose e ricche del mondo. Il suo marchio è 13° tra i più riconoscibili a livello globale, i suoi prodotti con lo swoosh sono venduti a ogni angolo della terra, e il suo fondatore, Phil Knight, tra i più ricchi al mondo. Ma non è stato sempre così, …

5 lezioni del fondatore di Nike per giovani imprenditori

Oggi Nike è una delle aziende più famose e ricche del mondo. Il suo marchio è 13° tra i più riconoscibili a livello globale, i suoi prodotti con lo swoosh sono venduti a ogni angolo della terra, e il suo fondatore, Phil Knight, tra i più ricchi al mondo. Ma non è stato sempre così, soprattutto quando nel 1971 Onitsuka interruppe il contratto con Knight, che importava le scarpe Tiger giapponesi in USA e le rivendeva nel suo negozio di Santa Monica, in California e in quello di Wellesley, nel Massachusetts.
Phil Knight, che aveva lavorato anche in PWC e in altre imprese, poteva tornare a fare l’impiegato. Ma non era quello che aveva in testa, e dalla sua autobiografia L’Arte della Vittoria si possono trarre alcuni insegnamenti sempre validi, soprattutto per chi è all’inizio della propria carriera lavorativa, non vuole lavorare per gli altri ma creare qualcosa di suo e che lo renda orgoglioso.


1. Fai qualcosa che ti rappresenti
Cioè che ti faccia sentire te stesso a tempo pieno. Se bisogna lavorare una vita intera, allora il lavoro deve essere una proiezioni di ciò che sentiamo intimamente di essere. Phil aveva la passione per l’atletica leggera e lo sport e si creò un lavoro che fosse anche un gioco.


2. Rompi gli schemi
Le riunioni nella Nike dele origini si chiamavano Buttface. Un nome abbastanza irriverente da far comprendere come in quei frangenti non ci fossero idee, posizioni, ruoli e gerarchie tali da non poter essere dissacrate o espresse.


3. Non dire alle persone come fare le cose
Un vero mantra di Phil Knight: dire cosa fare e non come farlo. “Le persone possono stupirti con la loro creatività” è l’altro suo, conseguente, mantra. Insieme al fatto di spostare le persone da un dipartimento all’altro per evitare la ruotine delle solite cose fatte al solito modo.


4. Non pensare solo ai profitti
Certo tutti si lavora per il profitto. Ma non può essere questo l’obiettivo primario. È casomai una conseguenza di fare qualcosa contribuendo alla qualità della vita delle persone, fosse anche il modo in cui accendono e spengono la luce in casa.


5. Impara a rinunciare
Seguire la propria vocazione non significa non rinunciare mai. Anzi, a volte rinunciare, capire quando è il momento di chiudere un’esperienza, è la molla per aprire una nuova avventura. Rinunciare non significa fermarsi, semplicemente cambiare strada.