8 cose che possono far andare male un colloquio di lavoro
Atteggiamenti, parole e comportamenti che possono far andar male un colloquio di lavoro mettendo il candidato in cattiva luce
Per essere chiamati a un colloquio di lavoro servono ovviamente le competenze giuste, ma per superarlo e trovare un nuovo impiego serve anche fare buona impressione: certo è utile prepararsi scrupolosamente come abbiamo spiegato qui, certo è importante prestare attenzione al linguaggio del corpo, quella comunicazione non verbale sempre più considerata dagli HR come abbiamo raccontato qui, e sì è utile sapere anche cosa fare dopo il colloquio di lavoro, come abbiamo scritto qui. Ma poi, purtroppo, ci sono almeno 8 cose che possono far andar male un colloquio di lavoro, e che sono assolutamente da evitare.
Cosa può far andar male un colloquio di lavoro
Vista dalla parte dei selezionatori, cosa può far andar male un colloquio di lavoro? Secondo un sondaggio di InfoJobs, per il 63% dei selezionatori un atteggiamento scocciato o supponente in fase di colloquio è il primo motivo per non prendere in considerazione un candidato. Anche l’idea di dare la colpa agli altri per giustificare eventuali insuccessi lavorativi o incidenti di percorso nel passato è mal vista (dal 52% dei selezionato), così come i ritardi, nonostante qualunque valida motivazione e giustificazione (39%).
La valutazione delle precedenti esperienze è sempre un aspetto importante nella considerazione dei selezionatori: parlar male del vecchio capo e degli ex-colleghi è malvisto tanto quanto voler cercare di fare l’amicone dando del tu (entrambi 30%), due atteggiamenti che identificherebbero una persona come poco rispettosa degli altri e quindi un collega che nessuno vorrebbe avere come compagno di scrivania.
Nella classifica delle cose che possono far andare male un colloquio di lavoro ci sono un linguaggio poco appropriato per il contesto, fatto di espressioni gergali o, peggio, parolacce (29%), lo svicolare le domande (19%), dando l’impressione di non avere una risposta adeguata e di non essere troppo preparato, o l’essere troppo prolisso (12%) fornendo informazioni non richieste che potrebbero distogliere l’attenzione dai punti davvero importanti.