Barilla: sostenibilità in azienda

Curiosi di capire come diventare un'azienda sostenibile? Scoprite con noi il caso di Barilla ed i segreti del suo successo!

Barilla: sostenibilità in azienda

Questo mese abbiamo deciso di occuparci, all’interno della nostra rubrica “Successi Aziendali”, del caso di un’azienda che da generazioni si occupa di diffondere il made in Italy e, nello specifico, la cultura culinaria italiana in tutto il mondo: Barilla. In questo caso però, ciò su cui vogliamo concentrarci non sono i gustosi prodotti Barilla, che tra l’altro non hanno bisogno di ulteriori presentazioni, quanto piuttosto la missione stessa dell’azienda, che da qualche anno prende il nome di “Good for You, Good for the Planet” (GYGP). A parlarci di questa missione di sostenibilità è Ylenia Tommasato, Sustainability Manager, che ha deciso di condividere con noi alcune informazioni riguardanti l’operato di Barilla in questo campo ed offrire dei preziosissimi consigli per le aziende che vogliano seguirne l’esempio. Prendete quindi carta (riciclata!) e penna e fate tesoro delle informazioni che seguono.


Donna che tiene in braccio un bambino
  1. Può dirci brevemente come è nato il progetto GYGP portato avanti da Barilla ed in cosa consiste?

Buono per Te, Buono per il Pianeta” è la missione del Gruppo Barilla, il solo modo di fare impresa che l’azienda ha scelto per crescere e per essere amata dalle persone. Si tratta di un impegno concreto per la promozione di un’alimentazione sana e gioiosa, ispirata allo stile di vita mediterraneo.


Si tratta, per citare il nostro fondatore Pietro Barilla, di “dare alle persone ciò che daremmo ai nostri figli”.


In particolare, per noi “Buono per Te” significa offrire un’esperienza piacevole e gustosa attraverso i nostri prodotti, nel rispetto dei più elevati standard di qualità e sicurezza alimentare e di precise linee guida nutrizionali. Inoltre, vuol dire promuovere una corretta informazione alimentare e la diffusione di diete sostenibili.


“Buono per il Pianeta” è il nostro impegno dal campo alla tavola per garantire materie prime acquistate in modo responsabile, nel rispetto delle persone e delle comunità in cui operiamo.


È un percorso che da sempre rientra nell’identità di un Gruppo che ha fatto di valori quali il coraggio, la curiosità intellettuale, il rispetto di persone e territori, i principi cardine su cui sviluppare strategie d’impresa all’avanguardia e di successo.


  1. Quali sono i vantaggi della sostenibilità a livello aziendale?

La sostenibilità non è un vantaggio, ma un “modo di essere”, di fare impresa giorno dopo giorno. Chi la ritiene un vantaggio competitivo momentaneo, la sostituirà presto con qualcos’altro che porti un vantaggio superiore. “Sostenibilità”, invece, significare fare ogni cosa in modo responsabile, proteggendo il benessere di chi vive oggi, non sfruttando le risorse del pianeta, per donare un mondo almeno uguale o auspicabilmente migliore, a chi verrà domani.


Quando si dice “sostenibilità”, si sta parlando di alimentare e arricchire la propria identità come azienda, di rafforzare il proprio ruolo come cittadini globali e di ascoltare quanti ti circondano per rispondere al meglio in modo proattivo.


Spighe di grano e cielo azzurro
  1. Quali effetti sta avendo questo progetto sui dipendenti e sul loro coinvolgimento in azienda?

La Persona Barilla è una fonte quasi inesauribile di passione e curiosità. Per noi, “Buono per Te, Buono per il Pianeta” non è solo un algido slogan, ma è la ragione per cui ogni mattina ci alziamo dal letto, con la profonda convinzione che possiamo fare sempre di più e meglio per il benessere di chi ci sceglie e per il nostro mondo. Scegliere di lavorare in Barilla, significa scegliere di partecipare quasi a un “movimento”. Un movimento pulito per promuovere un’alimentazione gioiosa e sostenibile. Pensiamo che il cibo non sia “solo” cibo, ma che possa essere un fattore straordinario per uno sviluppo umano e ambientale duraturo.


Dipendenti Barillache palrano intorno ad un tavolo
  1. Qual è stato il suo percorso e cosa significa per lei il lavoro che sta svolgendo?

Diplomata classica con 100/100, laureata in Filosofia con 110 e lode, miglior progetto del Master specialistico in Business Ethicsand Corporate Citizenship… E forse altro. Ma questi non sono che i freddi numeri di un percorso comune a molti.


Prima di tutto, il mio lavoro è la mia passione, nata da una continua curiosità per ogni attività sviluppata dall’uomo per la propria sopravvivenza: ho sempre trovato straordinari i racconti sulle rotte commerciali medievali, le borse tardorinascimentali, le rivoluzioni industriali e casi aziendali intricati. Ricordo ancora vividamente alcune lezioni di Filosofia del Diritto ed Etica d’Impresa, in cui venivano esposti con magistrale chiarezza alcuni scandali industriali. Uno per tutti: Enron.


In quelle ore, credo si sia sviluppato ciò che considero il mio sogno: il sogno di poter contribuire a portare un pizzico di “meglio” alle persone con cui vivo e lavoro. Non ho mai smesso di chiedermi il “perché” di ciò che faccio e di meravigliarmi su quanto gli altri sappiano fare: credo molto che occuparsi oggi di sostenibilità significhi avere l’ambizione di costruire il presente, non smettendo mai di guardare avanti e non accontentandosi facilmente.


  1. Quali consigli si sentirebbe di dare ad un’azienda che vuole avviarsi sulla strada della sostenibilità?

Direi tre cose:


  • Innanzitutto, pensare profondamente a chi si è, a quali sono le proprie radici, qual è la propria storia. Gli anni che stiamo vivendo sono anni di ricerca per molti di distintività, visibilità, notorietà. Però, basta semplicemente unire tutti i punti caratteristici di ognuno, che – voilà – emerge subito ciò che è distintivo. Nessuno ha la stessa storia da raccontare. Nessuna organizzazione ha esattamente lo stesso punto di vista da condividere.
  • Poi, guardare cosa sta accadendo nel mondo. È più facile pensare a ciò che gira continuamente nel perimetro della nostra testa, piuttosto che provare a guardare ciò che accade da un punto di vista diverso. Aprire le porte delle proprie aziende, ovvero permettere alla “voce del mondo” di entrare nell’operatività quotidiana, non potrà che aiutare a essere più pronti sui mercati e migliori “cittadini”.
  • Infine, saper scegliere e tenere stretti i propri talenti. Non è facile trovare persone che vedano il mondo con gli stessi occhi con cui lo vediamo noi. Ricercare bene le proprie persone, renderle orgogliose di un percorso unico, offrire loro uno scopo ed essere capaci di valorizzarle: questa è una ricetta essenziale per essere un’azienda sostenibile. O, meglio, per durare nel tempo con determinazione e… talento.

Ringraziamo infinitamente Ylenia Tommasato per la sua preziosissima testimonianza ed i suoi consigli di cui siamo certi farete tesoro. Se siete interessati a far parte della nostra rubrica sui successi aziendali, vi invitiamo a contattarci tramite la nostra pagina Facebook Viking Italia.