Quando il capo è più giovane

nelle aziende capita sempre più spesso di avere un capo più giovane, e questo impone nuove modalità di comunicazione e relazione

Quando il capo è più giovane

Cosa succede quando il capo è più giovane di te? È una domanda che sempre più si stanno ponendo i responsabili delle risorse umane, e in generale anche i lavoratori, dal momento che mai come oggi diverse generazioni, con competenze molto diverse tra loro, convivono nelle stesse aziende e negli stessi uffici. Oggi infatti possono sedere fianco a fianco i Baby Boomers, la generazione nata appena finita la Seconda Guerra mondiale che si appresta alla pensione, e i Millenials, i nativi digitali che stanno cominciando il proprio percorso professionale. E non è raro che, per alcuni ruoli, siano i Millenials, o magari qualcuno della Generazione Y nato tra il 1980 e il 2000, a prendere le redini dell’azienda o del dipartimento e a comandare anche su persone con maggior esperienza e anni di lavoro.

Cosa fare quando il capo è più giovane di te

Inevitabilmente trovarsi a dover riferire a un manager più giovane può creare qualche imbarazzo, così come può creare qualche problema ottenere una promozione e trovarsi a comandare su quelli che prima erano colleghi pari grado. Secondo una indagine di Randstad Italia infatti il 70% dei lavoratori non vuole un capo più giovane, e il 78% degli Under 35 è d’accordo che quando si tratta di scegliere un manager o superiore, anche l’anzianità pesa in fatto di autorevolezza e competenza.


Cosa fare quindi quando il capo è più giovane di te? La cosa più importante è trovare, e stabilire, delle modalità di comunicazione e relazione nuove, che vadano bene a entrambi e che permettano a tutti di mettere a fattor comune le diverse esperienze e competenze. I Senior infatti hanno decenni di lavoro alle spalle basati su organizzazioni fortemente gerarchiche, e spesso faticano ad adeguarsi alle nuove modalità di comunicazione e relazione determinate dalla trasformazione digitale delle aziende; da parte loro gli Under 35 sono nati in una società liquida, fluida e spesso informale e poco gerarchica, prova ne sia l’uso che fanno dei social network spesso chiedendo il contatto Facebook anche ai colleghi. I Millenials, e in parte la Generazione Y, sono portatori in azienda di competenze digitali che i Senior inevitabilmente hanno acquisito solo tardi, e spesso nemmeno troppo volutamente; d’altra parte i Baby Boomers hanno imparato a navigare in un mare di relazioni formali e gerarchiche affinando doti e soft skill che sono sempre valide e utili, da quelle di negoziazione a quelle di team building.