Cercare un nuovo lavoro a 50 anni: le 9 cose da fare

La pandemia ha messo molte persone, uomini e donne, davanti alla prospettiva di cercare un nuovo lavoro a 50 anni. Alcuni per necessità, perché hanno perso il lavoro, altri per desiderio, perché l’anno di lockdown, restrizioni e smart working ha indotto molte persone a fare i conti con le proprie priorità e cercare altre soluzioni …

Cercare un nuovo lavoro a 50 anni: le 9 cose da fare

La pandemia ha messo molte persone, uomini e donne, davanti alla prospettiva di cercare un nuovo lavoro a 50 anni. Alcuni per necessità, perché hanno perso il lavoro, altri per desiderio, perché l’anno di lockdown, restrizioni e smart working ha indotto molte persone a fare i conti con le proprie priorità e cercare altre soluzioni professionali. Ma cambiare lavoro a 50 anni non è un gioco da ragazzi. A meno di non essere già in posizioni top, per cui più che l’esigenza c’è l’opportunità di cambiare lavoro e dare un altro boost alla carriera, per molti ormai negli anta confrontarsi con il mercato del lavoro significa fare i conti con age shaming, skill obsolete, network professionali ristretti e altri fattori che possono rendere difficile, anche molto difficile, ricollocarsi.


Molte società di recruiting hanno già fiutato il trend, accentuato dal fatto che ormai le carriere non sono più lineari – dal primo all’ultimo giorno di lavoro nella stessa azienda – ma le transizioni da azienda ad azienda, ma anche da un settore a un altro, sono sempre più la normalità. Anche a 50 anni. E partendo dalle loro indicazioni abbiamo stilato questo elenco di 9 consigli per chi deve, o vuole, cercare un nuovo lavoro a 50 anni e ha bisogno di orientarsi in un contesto sconosciuto.


1. Autoconsapevolezza
Il primo passo da fare: rivedere e analizzare la propria storia professionale, fare la lista delle competenze acquisite (hard & soft) e di quelle mancanti, fare il match con le aspirazioni, e focalizzare i settori nei quali potersi proporre e spendere.


2. Obiettivi
Obiettivi professionali, che però in un’ottica di work-life balance devono fare i conti con la realtà della propria vita. Si può puntare al downshifting così come a un boost di carriera negli ultimi anni da spendere, ma l’importante è aver ben chiaro cosa si guadagna e cosa si perde da queste scelte.


3. Soft Skill
Chi ha 50 anni è ragionevolmente entrato nel lavoro in un’epoca in cui le soft skill non erano quasi considerate. Era l’epoca pre-Internet e pre-Digital, e il tempo scorreva molto più lento. Oggi il lavoro ha subito un’accelerazione pazzesca, e le aziende ricercano anche, se non soprattutto, competenze trasversali, sociali, umane, relazionali, comunicative, creative, decisionali. E sopra tutte una: il problem solving.


4. Valore
A 50 anni c’è una vita professionale dietro le spalle. E più che riempire il CV c’è il problema di snellirlo. Asciugarlo. Fare selezione. In una parola: dare valore. Poche esperienza, da stare in una pagina massimo, solo le più rilevanti, con una descrizione sintetica non tanto del ruolo o dei compiti ma dei risultati e del modo in cui sono stati raggiunti. A 50 anni è pacifico saper fare delle cose, la discriminante oggi è come le si fa.


5. Network
Una volta il lavoro si trovara per conoscenza, e forse oggi è ancora un po’ così. Ma oggi le conoscenze si chiamano network, e sono passate anche al mondo digitale. Costruirsi una solida rete professionale richiede tempo e impegno, ma è indispensabile per aprirsi nuove porte lavorative.


6. Competenze
Non necessariamente a 50 anni si è vittima di obsolescenza programmata delle competenze. Ma è molto probabile che per cambiare lavoro sia necessario aggiornarle o acquisirne di nuove, guardando all’oggi ma soprattutto al domani. L’offerta formativa è vasta, ricca, articolata: più che buttarsi a capofitto è bene scegliere con cura a cosa dedicare il proprio tempo, le proprie energie e talvolta anche le proprie risorse economiche.


7. Social Media
Non sono solo un modo per perdere tempo, anzi. Da Linkedin ai più “leggeri” Facebook, Instagram & Co, i Social Media possono essere un potentissimo strumento di personal branding. Cioè promozione di se stessi. Ovviamente bisogna farne un uso professionale: partecipare a discussioni “tecniche”, condividere contenuti interessanti, scrivere contenuti di approfondimento sono tutte azioni che consentono di farsi conoscere e notare da relazioni professionali di qualità.


8. Mercato
L’errore più comune, a ogni età, è quello di cercarlo solo quando serve. In realtà la ricerca del lavoro dovrebbe essere una parte integrante della vita professionale in ogni suo momento: le professioni evolvono, i settori cambiano, e con essi le esigenze dei recruiter. Avere idea del modo e dei motivi per cui ci sono stati questi cambiamenti sarà senza dubbio d’aiuto in sede di colloquio.


9. Mentore e Allievo
Il mentoring è sempre più una pratica diffusa nelle aziende di oggi. E a 50 anni si è ottimi candidati per diventare mentori dei collaboratori più giovani. Ma potrebbe anche capitare che colelghi più giovani abbiano skill più evolute, o occupino posizioni manageriali con responsabilità superiori. È il caso del reverse mentoring, in cui sono i lavoratori più giovani a istruire la Generazione X. In ogni caso non dare per scontato che nel tuo eventuale posto di lavoro la tua seniority.


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