Pandemia e smart working hanno fatto impennare le ricerche per le cuffie per il lavoro: auricolari o vere e proprie cuffie audio che consentano di gestire le numerose videochiamate e riunioni online che ormai caratterizzano le giornate di ogni lavorate agile. Ma orientarsi nella giungla degli auricolari professionali non è semplice: in-ear o headphone? Bluetooth o wired? Con porta USB o jack da 3,5″. Vediamo i pro e contro.
Auricolari in-ear per il lavoro
Sono quelli che sin infilano all’interno del padiglione auricolare, e sono disponibili sia con il cavetto (wired, tipicamente con il jack da 3,5″) che wireless, con connessione Bluetooth. Il vantaggio è senza dubbio quello che occupano poco spazio, sono leggerissimi, praticamente tascabili e si possono portare facilmente in ogni situazione di lavoro, da casa all’ufficio e perfino in mobilità. Lo svantaggio è che molte ore di call con degli auricolari in-ear mettono senza dubbio a dura prova le nostre orecchie.
Headphone
Le classiche cuffie con l’archetto sopra la testa e i grandi auricolari a coprire le orecchie. Decisamente confortevoli, anche se in estate con il caldo a lungo andare potrebbero far soffrire, hanno lo svantaggio di essere voluminose e non propriamente portatili, a meno di non volerle tenere al collo come gli adolescenti. Indubbiamente l’isolamento dai rumori è superiore, e per quelle con il microfono incorporato anche la qualità del parlato.
Bluetooth o cavo?
Dipende dalle esigenze. Il Bluetooth riduce i cavi sulla scrivania o che penzolano in giro se si usa lo smartphone, ma hanno il grosso vincolo della durata della batteria: se si ha tempo di ricaricare gli auricolari tra una call e l’altra non ci sono problemi, ma se si rimane a terra con la batteria c’è poco da fare. Quelle a cavo non hanno certo problemi di ricarica della batteria ma potrebbero intralciare i movimenti (chi ormai non chiude il video e si sgranchisce le gambe nel mezzo delle call?).
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