Lavoratori autonomi in Italia: voglia di stabilità
I lavoratori autonomi in Italia sono il 21% del totale, numero in riduzione e che nasconde voglia di stabilità e lavoro dipendente
I lavoratori autonomi in Italia sono da record: gli oltre 5 milioni di liberi professionisti italiani rappresentano il 21,7% dell’occupazione complessiva del nostro Paese, un dato che non ha riscontro in nessun altro Paese d’Europa (se si esclude la Grecia, ma con valori assoluti decisamente inferiori). Eppure non sono tutte e rose fiori per i lavori autonomi italiani, che negli ultimi 10 anni si sono ridotti dell’oltre 5% mentre il lavoro dipendente è cresciuto della stessa percentuale.
Lavoratori autonomi in Italia: voglia di stabilità
I numeri sui lavoratori autonomi in Italia emergono dalla ricerca “Il lavoro autonomo in Italia, un confronto con l’Europa” condotta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e il dato che emerge con più forza è quello relativo alla voglia di stabilità: più di un indipendente in Italia (il 27,7%) farebbe volentieri cambio con un posto da dipendente, mentre il percorso inverso appare appetibile solo a 1 dipendente su 10.
Chi sono i lavoratori autonomi in Italia
Ma chi sono i lavoratori autonomi in Italia? Si tratta per la stragrande maggioranza di “battitori liberi” (il 72,3% non ha né dipendente né collaboratori) loro malgrado (8 su 10 vorrebbero allargare il business ma non riescono a farsi carico dei costi aggiuntivi di dipendenti o collaboratori) che spesso hanno un solo cliente (14%) o ne hanno uno predominante (il 3%) configurando una situazione diffusa di dipendenza vera e propria senza però le tutele del caso e mascherata da consulenza. Altro aspetto caratterizzante rispetto alle dinamiche europee è come il livello di istruzione e la qualifica professionale sia per lo più medio alta, da cui una piramide del lavoro autonomo nella quale il 12,3% sono manager o titolari di azienda, il 20,4% liberi professionisti altamente qualificati e il 17,3 figure tecniche altamente qualificate (nel resto si trovano venditori – 18,3% – piccoli artigiani e commercianti – 16,7%).
Perché si sceglie il lavoro autonomo in Italia
Anche le motivazioni per cui si sceglie il lavoro autonomo in Italia delineano un quadro abbastanza preciso e particolare: per il 39% si tratta della classica buona occasione che ha indotto a mettersi in proprio, per il 24,4% si tratta di continuare nel solco del business di famiglia e per il 10,4% si tratta di una scelta obbligata non avendo trovato porte aperte nel lavoro dipendente.
Secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “sebbene l’Italia conservi anche tra i giovani la più alta incidenza di lavoro autonomo sul totale degli occupati (dopo la Grecia) si osserva però nell’ultimo decennio un calo più accentuato della propensione a “mettersi in proprio” e nell’ultimo decennio – complici la riduzione demografica della popolazione giovanile ma anche e soprattutto le maggiori difficoltà occupazionali di accesso al mercato – i giovani autonomi sono risultati in calo (-31,9%) più di quanto sia accaduto in generale con il numero di occupati tra i 25 e 34 anni, che si è ridotto del 21,4%.”