L'ora più produttiva per lavorare è la pausa pranzo dice la scienza
Secondo una ricerca scientifica l'ora più produttiva per lavorare sarebbe la pausa pranzo, e non il mattino o la sera come dicono molti
Sull’ora più produttiva per lavorare si sprecano teorie e pareri. È un dato di fatto che esistono gufi e allodole, cioè persone mattiniere e persone notturne, che lavorano meglio rispettivamente all’alba o dopo il tramonto. E gli esempi, anche molto noti, si sprecano: Michelle Obama e Tim Cook, il CEO di Apple, si svegliano anche prima delle 4 del mattino e anche Jeff Bezos tiene le riunioni più importanti solo di mattina presto. Ma se la scienza aveva già decretato che lavorare fino a tardi è controproducente, ora sfata anche il mito che il mattino ha l’oro in bocca.
L’università australiana Monash e quella di Granada hanno studiato per 5 anni centinaia di studenti inglesi impegnati negli esami, suddivisi in 3 orari: 9:00, 13:30 e 16:30. Secondo i dati raccolti dall’Iza Institute of Labor Economics i risultati migliori in termini di rendimento e produttività sarebbero quelli degli esami sostenuti alle 13:30, proprio nel mezzo della “nostra” pausa pranzo.
Però, giustamente, la ricerca sottolinea anche che si tratta di studenti, quindi ragazzi e ragazze giovani, e che bisogna considerare anche altri due aspetti. Il primo è la stagionalità, legata alle ore di luce, che in inverno sono appunto quelle di metà giornata; il secondo è l’età, che più avanza e più tende ad anticipare l’orario in cui si è più produttivi.
C’è poi una piccola postilla da fare circa il rapporto tra produttività e creatività: secondo una ricerca del Dipartimento di Psicologia dell’Università del Michigan le allodole sarebbero più creative la sera, e i gufi al mattino, cioè nell’esatto momento opposto della giornata rispetto ai picchi di produttività.