Scopriamo come il CliftonStrengths possa aiutarci a individuare le aree con maggior potenziale da sviluppare in punti di forza per fare carriera!
Nella società in cui viviamo, viene spesso data la priorità – sia a livello personale sia professionale – al tentativo di colmare lacune o migliorare ambiti nei quali non vantiamo una naturale predisposizione. Pensiamo a quanti film sono stati girati sul tema: la persona meno predisposta o più svantaggiata che, con l’impegno, riesce a raggiungere il proprio obiettivo. Sulla scia della mentalità che “volere è potere”, queste persone diventano eroi che ci spronano a dare il meglio di noi. Se da un lato è ammirevole e molto utile per lo sviluppo professionale, cosa succederebbe se, invece di focalizzarci sul migliorare le nostre lacune, riuscissimo a comprendere quali sono i nostri punti di forza sviluppandoli ulteriormente a nostro vantaggio?
Come abbiamo anticipato, il miglioramento continuo può a volte concentrarsi sulle lacune. Anche a scuola succedeva spesso con una maggiore attenzione rivolta alle materie in cui si ottenevano i risultati peggiori. Se ciò garantisce una formazione più completa, applicato all’ambito lavorativo può generare un calo del coinvolgimento nell’attività che svolgiamo o nel ruolo che ricopriamo. Da alcuni studi emerge infatti che, con manager più attenti ai punti di forza, si hanno dipendenti più attivamente coinvolti. Ad esempio, tramite il coaching: un ottimo strumento per raggiungere il pieno potenziale. Si tratta quindi di un miglioramento continuo in positivo (più che in negativo) che può farci apprezzare di più il luogo in cui lavoriamo, può aiutarci a instaurare relazioni migliori con colleghi e clienti, stimolando la nostra creatività e produttività. Tutti ingredienti essenziali nell’avanzamento di carriera.
Donald O. Clifton – psicologo, ricercatore e imprenditore statunitense – ha sviluppato il CliftonStrengths, un test da eseguire online per identificare le cinque aree tematiche in cui si esprime maggiormente il talento con approfondimenti, consigli e azioni pratiche da catalogare in raccoglitori documenti, per sviluppare tale potenziale in veri e propri punti di forza. In base agli studi condotti da Clifton e dalla Gallup, l’opportunità di concentrarci sui punti di forza nelle attività lavorative che svolgiamo quotidianamente, ci renderebbe 6 volte più coinvolti sul lavoro e 3 volte più propensi ad avere un’eccellente qualità di vita in generale. Il test non prevede inoltre domande associate all’istruzione o alle competenze acquisite, ma desidera mettere in luce i talenti naturali che ci contraddistinguono. Per ciascuna domanda, si hanno infine a disposizione solamente 20 secondi favorendo così l’istinto e la naturalezza, meno soggetti a cambiare nel tempo.
Se le persone sono infatti soggette a cambiare nell’arco del tempo e ad adattarsi a determinate situazioni, gli scienziati hanno scoperto che i tratti principali della personalità – così come gli interessi – tendono a rimanere stabili. Ed è così anche per i nostri talenti naturali. Acquisirne uno nuovo risulta molto difficile, anche se possibile con molto impegno e un ampio dispendio di tempo ed energie. Investire però su quelli già presenti con la pratica e l’esperienza, unendo formazione e competenze, funge da reale moltiplicatore nello sviluppo dei nostri punti di forza. La stessa cosa accade anche a livello fisico: se abbiamo una naturale predisposizione per la flessibilità e investiamo tempo ed esercizio in quest’area, potremmo raggiungere ottimi risultati rispetto a chi non vi è predisposto di natura o non investe risorse per sviluppare tale potenziale.
Clifton notò come, nell’ambito lavorativo, si desse ampio spazio alle “aree di miglioramento” associate spesso – in senso più negativo – alle lacune evidenziate da un dato dipendente. Iniziò quindi a concentrarsi su ciò che le persone riescono a svolgere al meglio (e non al peggio) con l’obiettivo di creare un linguaggio comune in grado di definire il talento. Da colloqui, studi e interviste, vennero identificate 34 aree tematiche di misurazione del potenziale che, una volta emerse dal test, potranno essere sviluppate quindi in punti di forza da applicare nella vita professionale per fare carriera. Tali aree includono talenti quali Apprendimento, Intelletto o Relazione, ossia ambiti che – con esperienza, pratica e formazione – possiamo potenziare per avanzare di ruolo.
Una volta eseguito il test e individuate le cinque aree di maggior potenziale, possiamo intraprendere azioni volte all’ottimizzazione dei nostri punti di forza. Ad esempio, se dal test emerge la Comunicazione e sappiamo di essere bravi a raccontare storie coinvolgenti, potremmo pensare di sviluppare la nostra carriera nel settore delle vendite o del marketing. L’impegno a portare a compimento un lavoro – talento rientrante nella Responsabilità – può essere una dote da sottolineare nel corso di un colloquio per la ricerca di un nuovo lavoro. Il test, infine, ci può aiutare a comprendere anche le nostre lacune e con quali colleghi collaborare per colmarle, creando quindi un’occasione per un reale sviluppo positivo volto all’avanzamento professionale.
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Ci auguriamo che questo articolo ti abbia offerto interessanti spunti di riflessione per coltivare il tuo potenziale e trasformarlo in reali punti di forza. Hai altri consigli che vorresti condividere? Comunicaceli sulla nostra pagina Facebook Viking Italia.