Qualche settimana fa abbiamo affrontato il tema del networking e di come svolgerlo con efficacia; in particolare, abbiamo visto come possa essere efficace in fase di ricerca del lavoro. Oggi ci addentreremo più a fondo in una fase specifica del networking di persona: il primo approccio e la conversazione iniziale. Vi è mai capitato di ritrovarvi in una conversazione che non decolla? Silenzi, sguardi furtivi alla ricerca di aiuto e la forte sensazione di voler sprintare 200 metri nella direzione opposta. Altre volte, capita invece che ci ritroviamo con una persona che ci attira immediatamente in una conversazione interessantissima.
Saper intavolare una conversazione con nuove persone può risultare una vera e propria sfida, soprattutto per le persone più timide e introverse, specie se desideriamo fare buona impressione.
Il potere delle domande
Solitamente, esiste un gruppo di domande che tendiamo a porre al primo approccio. Quante volte vi è capitato di chiedere o vi hanno chiesto domande simili a “Come va?”, “Che lavoro fai?” o “Di dove sei”? Tante. Così tante volte che tendiamo a perdere di autenticità, spontaneità e presenza. Andiamo un po’ in modalità pilota automatico. Come una poesia recitata a memoria. Per quanto naturali possano sembrare queste domande, rischiamo di addentrarci in acque alte da cui è difficile riemergere. Per navigare facilmente nei meandri della conversazione, provate invece a chiedere domande che creino un senso di piacevolezza nell’altra persona, facendola sentire bene e a suo agio. In questo modo, ne stimolerete l’area del cervello in grado di produrre appagamento e di rafforzare la memoria: la conversazione non solo ne trarrà vantaggio risultando meno banale, ma aumenterete anche la possibilità che quella persona si ricordi di voi. Alcuni esempi concreti? “Qual è l’ultimo progetto piacevole a cui ti sei dedicato con passione?”, “Qual è stata la tua vacanza preferita?” oppure “Qual è il piatto che preferisci della tua regione?”. Domande che possono essere poste all’inizio dopo esservi presentati o anche come modo per cambiare argomento successivamente – ovviamente scelte in base al livello di formalità richiesto.
Trovare punti in comune
Un altro modo per coinvolgere da subito la persona con cui desiderate parlare è di trovare dei punti in comune: ad es., osservandolo, potreste notare che indossa qualcosa associabile a un gruppo musicale, a uno sport particolare o a un altro interesse che magari condivide con voi. Oppure, osservate ciò che vi circonda: magari è presente un espositore con dépliant che può fornire alcune idee per avviare una conversazione e per trovare punti in comune con cui proseguire. Anche la tecnica del “dove, come, quando e perché” – ossia porre domande più specifiche quando una persona ha iniziato a raccontarci di una vacanza per esempio – può aiutarci a scoprire interessi comuni o lati della persona che si rispecchiano in noi; la conversazione proseguirà quindi in maniera più piacevole e, di conseguenza, anche più memorabile. A volte, anche dalla totale assenza di punti in comune può emergere una conversazione interessante. L’importante è mantenere una mente aperta e curiosa. Magari vi troverete a discutere di un argomento di cui non sapete nulla, ma voi imparerete qualcosa di nuovo e il vostro interlocutore apprezzerà l’interesse da voi dimostrato.
Saper ascoltare
Fondamentale da subito è la capacità di sapere ascoltare: una delle più importanti pratiche di qualsiasi relazione. Dimostratevi sinceramente attenti a quello che dice. Non inondatelo con interminabili fiumi di parole sulle vostre capacità e conoscenze. Rispettate i suoi tempi. Lasciate che sia anche lui a porvi delle domande. Cercate di fare in modo che si ricordi di voi come un buon interlocutore che dimostra sincero interesse, in grado di lasciare i dovuti spazi e non una persona egocentrica e logorroica. Questo si rifletterà anche sulla possibile collaborazione lavorativa. Penserà che sia più semplice avere a che fare con voi, vi immaginerà come una persona in grado di ascoltare, comprendere e tenere in considerazione le sue esigenze, creando le basi ottimali per un rapporto con un potenziale datore di lavoro, un membro del team o un cliente.
Costruire una relazione
Networking non è sinonimo solamente di tante brevi conversazioni. Per svolgerlo con efficacia, è importante riuscire a costruire e a coltivare le relazioni avviate. In tal senso, un aspetto fondamentale del primo approccio è ricordarsi i nomi delle persone conosciute. Esistono varie tecniche in tal senso. Ripeterlo ad alta voce appena ci viene detto non solo aiuta noi a ricordarlo meglio, ma stimola anche quella parte del cervello del nostro interlocutore di cui vi abbiamo parlato prima, contribuendo a rendere la conversazione più piacevole e memorabile. Un’altra tecnica? Associare il nome di quella persona a personaggi famosi e immaginarli mentre svolgono una determinata attività insieme: ad esempio, incontrate una persona che si chiama Diego e ve la immaginate mentre gioca a calcio con un famoso calciatore omonimo. Per costruire una relazione è importante il follow-up, ossia ricontattare quella persona dopo qualche giorno dall’evento. Vi avrà probabilmente dato un biglietto da visita. In un momento di pausa – quando la prima conversazione è ancora fresca nella vostra memoria – annotate sul suo biglietto da visita un aneddoto o interesse particolare associato a quella persona. Quando la ricontattate, citatelo e in tal modo, voi riuscirete a ricordarvi maggiori dettagli e a personalizzare la conversazione, e il vostro interlocutore ne sarà sicuramente più contento.
Con questi suggerimenti, speriamo di avervi dato qualche spunto per trasformarvi nel Michael Phelps del networking: passata la paura dell’acqua alta, saprete destreggiarvi con facilità tra i meandri di qualsiasi conversazione. Ora tocca a voi! Condividete con noi tutti i vostri trucchi sulla nostra pagina Facebook Viking Italia.