Perché in vacanza il tempo vola (ma al lavoro mai)

“Vola il tempo quando ci si diverte“: un modo di dire molto diffuso che ora sembra avere anche una spiegazione scientifica. Secondo alcuni ricercatori del San Raffaele di Milano, della University of Western Australia, dell’Università di Firenze e del CNR di Pisa, non solo esiste una diversa percezione del tempo (quel motivo per cui 10’ …

Perché in vacanza il tempo vola (ma al lavoro mai)

Vola il tempo quando ci si diverte“: un modo di dire molto diffuso che ora sembra avere anche una spiegazione scientifica. Secondo alcuni ricercatori del San Raffaele di Milano, della University of Western Australia, dell’Università di Firenze e del CNR di Pisa, non solo esiste una diversa percezione del tempo (quel motivo per cui 10’ a una festa sono diversi da 10’ in coda alla posta) ma anche dei meccanismi mentali di adattamento agli stimoli esterni.


Spieghiamoci meglio: se osserviamo un semaforo lampeggiante, dopo poco ci sembra che lampeggi più velocemente, quando invece mantiene sempre lo stesso ritmo; e così se distraiamo lo sguardo e poi torniamo al nostro semaforo, abbiamo l’impressione che il semaforo sia tornato a lampeggiare più lentamente ma – appunto – il semaforo non ha mai modificato i propri ritmi.


Tutto questo avviene perché nel nostro cervello c’è un meccanismo di adattamento sensoriale: se ci stiamo divertendo un sacco il nostro cervello è continuamente distratto e stimolato, e percepisce il tempo come se scorresse più veloce; se invece siamo in coda in autostrada e davanti a noi abbiamo sempre le stesse auto con le stesse persone e lo stesso panorama, oppure siamo in attesa di una visita medica immobili nella sala d’aspetto del medico, anche solo 1’ ci sembrerà lunghissimo.


Lo stesso vale per il tempo dilatato delle vacanze e quello delle giornate lavorative, per cui una giornata al mare dura sempre meno di 8 ore in ufficio seduti al proprio desk.


Questo perché – secondo i ricercatori – nel nostro cervello ci sarebbero diversi ‘orologi’ in grado di percepire diversamente il tempo in funzione del tipo di stimoli che ricevono.