Rifiutare un'offerta di lavoro si può e a volte si deve. Basta farlo e soprattutto nei modi e nei tempi giusti per non rovinare la carriera
Rifiutare un’offerta di lavoro può sembrare assurdo, soprattutto di questi tempi in cui la ricerca di lavoro è invece spasmodica. Eppure, soprattutto se un lavoro lo si ha, ci sono casi in cui si deve rifiutare un’offerta di lavoro. Anche quando la pancia dice che non si dovrebbe chiudere quella porta e lasciare qualcosa di certo, e conosciuto, per qualcosa di incerto e ignoto. In un mercato del lavoro veloce, competitivo e complesso non è facile capire quando declinare un’offerta di lavoro, e altrettanto difficile è farlo con i modi e i tempi giusti.
Rifiutare un’offerta di lavoro: avere le idee chiare sulla propria carriera
Captare le sensazioni durante il colloquio di lavoro
Un colloquio di lavoro è già di per sé un momento stressante, ma nel caso di cattive sensazioni, di disagio, di imbarazzo, di poca sintonia può valer davvero la pena riflettere se quella posizione di lavoro fa davvero per noi. E nel caso declinare, perché certi campanelli d’allarme non sono da sottovalutare.
Scegliere il tempo giusto
Declinare di botto no, non è professionale e non lascia una buona immagine di sé (non è detto che quel posto di lavoro non possa diventare interessante in futuro); aspettare troppo tempo è altrettanto poco professionale, perché dall’altra parte c’è un datore di lavoro che ha bisogno di una risorsa. Quando declinare quindi un’offerta di lavoro? Dipende dalla lunghezza del processo di selezione ma insomma, tra le 2 settimane e il mese di tempo può essere un tempo ragionevole.
Sì alla sincerità, no ai sensi di colpa
Offrire è lecito, declinare altrettanto. Quindi se dovete rifiutare un’offerta di lavoro, non sentitevi in colpa e spiegate, chiaramente e sinteticamente, perché dite no grazie. Essere coerenti e sinceri è sempre più visto come un plus da parte dei selezionatori, quindi si ringrazia, si declina e si ammette serenamente che al momento si hanno altri obiettivi di carriera o priorità.
No alle e-mail, sì al contatto diretto
Rifiutare un’offerta di lavoro via e-mail sarebbe da evitare nel limite del possibile. Se non si può avere un incontro di persona può andar bene anche una telefonata, ma l’importante è stabilire un contatto diretto, caldo, sincero e onesto. Lascerà un buon ricordo e farà in modo che quella porta che si chiude non venga anche sigillata. Poi sì, a seguire, si può mandare una e-mail formale, ma solo in seguito.