Come riuscire a lavorare da casa (durante il Coronavirus)

Le norme promulgate dal Governo per il contenimento del Coronavirus impongono a tutti di lavorare da casa. E dopo qualche giorno di improvvisazione è inevitabile pensare a come organizzare l’ufficio in casa. La situazione infatti spesso vive di equilibri precari: a casa lui e lei, a casa anche i figli, serve una gestione in qualche …

Come riuscire a lavorare da casa (durante il Coronavirus)

Le norme promulgate dal Governo per il contenimento del Coronavirus impongono a tutti di lavorare da casa. E dopo qualche giorno di improvvisazione è inevitabile pensare a come organizzare l’ufficio in casa. La situazione infatti spesso vive di equilibri precari: a casa lui e lei, a casa anche i figli, serve una gestione in qualche modo funzionale di tempi e spazi. Non facile, non semplice ma essenziale se l’emergenza durerà più di qualche giorno. E allora come fare? Da dove cominciare?

Spazi separati, tempi separati

Come prima cosa occorre separare gli ambiti, sia dal punto di vista spaziale che temporale. Detto banalmente: no a lavorare sul tavolo della cucina mentre i figli fanno i compiti e il partner cucina. Così non funziona (dal punto di vista produttivo) e genera solo confusione e frustrazione. Se si dispone di una stanza in più è un privilegio da sfruttare, altrimenti bisogna trovare una stanza che diventa quella del lavoro: quando si è in quella stanza è il tempo del lavoro, quando si è fuori è il tempo del relax e della famiglia. Regole chiare, spazi nettamente divisi, tempo separato.

Darsi degli orari

In questo un orologio da parete o una sveglia può aiutare. Si è dipendenti in modalità smart working? Si rispetta l’orario d’ufficio, pausa pranzo compresa. Né più, né meno. Nel mezzo niente distrazioni, panni da stendere, piccoli lavoretti sempre rimandati da fare, e così via. Si è liberi professionisti alle prese con un calo del lavoro? Si lavora meno, ma senza diluire: solo la mattina, solo il pomeriggio, 5 ore filate o quanto è necessario, e poi si stacca e si fa altro (aiuta anche psicologicamente a cambiare ambito e ridurre lo stress).

Dotarsi di scrivania e sedia da lavoro

Può essere un investimento inaspettato, ma lavorare sul letto, sul divano o sul comò con la sedia della cucina è il viatico per sviluppare subito tensioni, ansia, fastidio e nervosismo. Basta una consolle per computer e una sedia professionale e l’angolo ufficio è pronto. Con il vantaggio anche di non accumulare roba che non ci starebbe. Ordine e pulizia in poco spazio.

Luce adeguata

Anche la luce gioca un ruolo cruciale nel sopportare le giornate di lavoro in casa. Vero che andiamo verso giornate più luminose, vero anche che spesso l’illuminazione in casa non è pensata per chi lavora ore e ore al computer. Quindi, se necessario, è bene anche dotarsi di una lampada da tavolo che non affatichi gli occhi e permetta di lavorare (quasi) come in ufficio.

Ordine (ogni giorno)

L’emergenza potrebbe durare più a lungo di quello che si pensa sopportabile. E allora l’ordine può essere un vero alleato. Sì, ok, c’è la storia che i disordinati sono creativi, ma qui stiamo parlando di disordine vero da ufficio in camera da letto. Quel genere di visione che appena apri gli occhi può farti mettere di pessimo umore. Per cui ogni giorno, prima di dire “ho finito di lavorare” fare pulizia e mettere in ordine: buttare fogli, carte e documenti che non servono più, archiviare quello che è da conservare per riportarlo in ufficio, buttare ciò che va buttato e lasciare la scrivania casalinga come si vorrebbe trovare la propria postazione in ufficio.

Diversivi

Non è facile, ma abituati come si è a uscire di casa per il lavoro e la socialità, è essenziale riuscire a trovare dei diversivi per il corpo e la mente. Qualcosa che riempia gli inevitabili momenti di vuoto che lo stare in casa impone. Portare il cane a fare il giretto una volta in più, un puzzle, una cyclette: qualunque cosa che permetta di evitare di avvilupparsi nell’inevitabile ansia e stress che la nuova condizione potrebbe determinare.

Il telefono

Lo smart working spesso si riduce all’uso intensivo (se non propriamente all’abuso) dei sistemi di instant messaging, anziendali o meno. Ma questo comporta anche una ulteriore rarefazione dei contatti. E allora il vecchio, caro telefono può aiutare, insieme ovviamente alle videochiamate: sentire una voce, vedere un volto è molto meno impersonale e molto più empatico dello scambiarsi mail da mattina a sera.