Per tornare alla normalità serve migliorare l'aria negli ambienti chiusi (anche gli uffici)

È appena stata pubblicata su Science un’analisi di 39 scienziati (“A paradigm shift to combat indoor respiratory infection“) che dice una cosa ormai chiara a tutti: per tornare alla normalità serve migliorare l’aria negli ambienti chiusi. Quindi anche gli uffici, le scuole, gli ambienti di comunità come palestre e cinema. E anche le case. Il COVID-19 …

Per tornare alla normalità serve migliorare l'aria negli ambienti chiusi (anche gli uffici)

È appena stata pubblicata su Science un’analisi di 39 scienziati (“A paradigm shift to combat indoor respiratory infection“) che dice una cosa ormai chiara a tutti: per tornare alla normalità serve migliorare l’aria negli ambienti chiusi. Quindi anche gli uffici, le scuole, gli ambienti di comunità come palestre e cinema. E anche le case.
Il COVID-19 è stato ed è solo la punta dell’iceberg del fatto che miliardi di persone ogni anno soffrono di infezioni respiratorie che vanno dal banale raffreddore a patologie più gravi. Infezioni che normalmente passano ma che nel caso del Covid hanno scatenato una reale pandemia con costi umani ed economici spaventosi. Ma se negli ultimi secoli molto si è fatto per garantire la salubrità dell’acqua e degli alimenti, nonché degli edifici, per quanto riguarda l’aria che respiriamo al loro interno poco è stato fatto, sottovalutando sempre il rischio di contagio dato dalla trasmissione dei virus tramite i droplets. E come hanno dimostrato fin da subito i primi studi, il Coronavirus ha colpito proprio in questo punto, trovando il volano alla propria diffusione dove molte persone convivono a stretto contatto, respirando aria di pessima qualità.
Le infezioni respiratorie, e potenzialmente le pandemie, potranno essere evitate o limitate solo migliorando la qualità dell’aria degli ambienti indoor, cioè migliorando i sistemi di ventilazione, filtraggio e purificazione dell’aria, proprio come in passato è stato fatto migliorando i sistemi di trasporto e filtraggio dell’acqua, o delle fognature.


Eppure anche la “banale” influenza è ogni anno causa di morte, in particolare nella popolazione anziana, e ha costi economici, oltre che sociali, enormi. Come se le infezioni respiratorie fossero qualcosa di inevitabile e imprescindibile della nostra vita quotidiana. Ma oggi l’umanità stanziale passa il 90% del proprio tempo al chiuso, in ambienti indoor, e mentre la nostra vita cambiava in questo senso è stato trascurato il ruolo che ha l’aria in circolo all’interno degli edifici nella diffusione dei virus.


Serviranno modelli per studiare il rischio di infezione da agenti patogeni respiratori in base al tipo di emissione (un conto sono le persone in un cinema, un altro in un palazzetto dello sport), alle dimensioni dei locali, del numero e densità di persone presenti, del tempo di permanenza, della trasmissibilità dell’agente patogeno e di molti altri fattori. Ma è indubbio che ventilazione, filtrazione e disinfestazione dell’aria sono le misure chiave per non ricadere allo stesso modo in una futura pandemia.