9 oggetti che non usiamo più

La tecnica e la tecnologia non hanno mai corso così veloce come negli ultimi 20 anni. Basta pensare ai telefonini: all’inizio erano Nokia e Motorola, poi venne il BlackBerry, e dopo una breve stagione l’iPhone e gli smartphone, con l’ascesa dei produttori asiatici, da Samsung a Huawei. Ma per la generazione nata dopo la Seconda …

9 oggetti che non usiamo più

La tecnica e la tecnologia non hanno mai corso così veloce come negli ultimi 20 anni. Basta pensare ai telefonini: all’inizio erano Nokia e Motorola, poi venne il BlackBerry, e dopo una breve stagione l’iPhone e gli smartphone, con l’ascesa dei produttori asiatici, da Samsung a Huawei. Ma per la generazione nata dopo la Seconda Guerra Mondiale un telefono era un telefono, un giradischi un giradischi, un televisore un televisore (a parte il passaggio dal bianco e nero al colore) e tali sono rimasti per anni, se non per decenni.

9 oggetti che non usiamo più

Negli ultimi 20 anni invece molti di quegli oggetti sono scomparsi, letteralmente estinti, e altri oggetti hanno avuto invece vita breve, se non brevissima (l’iPod, per esempio, come tutti i lettori Mp3). E allora – insieme alle cabine telefoniche; chi ne trova più in giro? – vediamo i 9 oggetti che davvero non usiamo più perché diventati obsoleti nel corso degli ultimi 20 anni.

Fotocamere e rullini fotografici

Oggi fare foto è un’attività per tutti e di tutti, e non c’è limite al numero di immagini che catturiamo con i nostri smartphone (più ancora che con le nostre fotocamere digitali). Eppure appena nel 2000 scattare una foto significava utilizzare un rullino, e le città erano costellate di centri sviluppo e stampa in 1 ora, soprattutto nelle zone di maggior passaggio e nei centri commerciali: portavi il rullino, facevi la spesa e al ritorno avevi la tua busta con le foto stampate (e spesso si trattava anche di immagini di mesi prima, perché non si stampava nulla finché il rullino non era completo).

I floppy disk

Chi si ricorda gli albori dei primi personal computer non può aver dimentica i floppy disk. Si chiamavano “floppy” perché nella loro prima versione erano racchiusi in una guaina flessibile, e contenevano una quantità irrisoria di dati, 1,44MB: all’inizio ci stavano tanto il software quanto i singoli file, ma ben presto entrambi diventarono troppo “pesanti” e il floppy fu sostituito dal CD e dai DVD e poi dalle memorie USB, ancora oggi in uso per trasferire file e documenti (ma Sony ha prodotto floppy disk fino al 2011…).

I PDA

Dove PDA sta per Personal Digital Assistant. In pratica il vorrei ma non posso dei moderni smartphone. Negli anni Novanta erano uno status symbol e anche la prima forma embrionale di mobile computing tascabile: il Palm Pilot è stato per qualche anno simbolo di business man, ma in effetti permetteva di prendere qualche appunto, memorizzare qualche informazione e in alcuni casi far girare qualche applicazione (per lo più giochi, in effetti…). Quando arrivò il primo smartphone, l’iPhone di Apple, si estinsero come i dinosauri.

I proiettori per lucidi

Per quasi 50 anni ce n’è stato praticamente uno in ogni aula universitaria, se non scolastica: prima dei PowerPoint, prima di ogni altro file, per mostrare qualcosa a un uditorio c’erano questi proiettori che utilizzavano fogli trasparenti (o appunto lucidi, come si diceva) sui quali gli insegnanti scrivevano a mano libera. Il resto della tecnologia non era diverso da quello degli attuali proiettori, tanto che 3M ha dismesso la produzione di proiettori per lucidi solo nel 2015.

Le cassette VHS (e i videoregistratori e BlockBuster)

Le cassette VHS hanno dominato il mercato dell’intrattenimento per decenni, dagli anni Settanta alla metà degli anni Novanta. Praticamente ogni famiglia aveva un registratore VHS, e molte noleggiavano le cassette da BlockBuster per godersi una serata in famiglia. Ma le VHS servivano anche come tutorial, lezioni da remoto e molti altri usi anche professionali. Poi vennero i DVD (nel 1997) e dal 2007 lo streaming, che ha definitivamente chiuso un’epoca (anche se Funai si è ostinata a produrre lettori DVD fino al 2016).

Le mappe stradali cartacee

È difficile da immaginare oggi, ma fino ai primi anni Duemila c’era una mappa stradale praticamente in ogni auto. Le mappe cittadine, quelle provinciali, quelle regionali, quelle nazionali e anche quelle continentali: per raggiungere un indirizzo bisognava trovarlo sulla cartina e poi escogitare il percorso, e non era affatto così immediato come oggi con i navigatori satellitari. Ecco, appunto, con il GPS, prima come dispositivo di navigazione stand alone e poi integrato negli smartphone oltre che nelle auto, è scomparsa anche quell’industria cartacea.

Gli MP3 Player

Al contrario di molti degli oggetti precedenti gli MP3 Player, dall’iPod in giù, hanno avuto vita breve ed effimera. Ben più lunga è stata quella del Walkman (nella doppia versione, prima con cassetta musicale, poi con CD) e ben più lunga si prospetta quella dello streaming. Del resto se Apple ha smesso di produrre iPod nel 2014 è perché tutto quel lavoro di trasferire file dal computer al player non era affatto comodo.

Le cabine telefoniche

Solo chi ha provato davvero l’esperienza può ricordarsi cosa fosse fare una telefonata prima dei telefonini: trovare una cabina telefonica, trovarla possibilmente libera, avere a disposizione dei gettoni o le tessere magnetiche e infine, sperabilmente, trovare qualcuno dall’altra parte del filo. Perché si telefonava solo su fisso, a casa o in ufficio o nei bar, e quando la gente usciva non era più raggiungibile. Oggi forse e talvolta si trova ancora qualche telefono a pagamento in vecchi bar di campagna o di montagna, ed è sempre per via del telefonino e degli smartphone che anche l’aspetto delle nostre città è cambiato così rapidamente.

Il ciclostile

Bisogna aver fatto le scuole non dopo gli anni Settanta per ricordarsi del ciclostile, ma il duplicatore stencil altro non era che l’antenato delle fotocopiatrici in un’epoca in cui l’alternativa era la copiatura a mano. Chiunque sia nato fino agli anni Settanta ha passato qualche momento a girare la manovella del ciclostile e ha salutato con gioia l’arrivo delle prime fotocopiatrici.