Che l’aria condizionata in ufficio sia un regolare motivo di dissidio tra impiegati maschi e impiegate femmine è un dato di fatto: è uno dei primi motivi di discussione in ufficio, come abbiamo scritto qui. E non è solo una questione di abbigliamento (gli uomini che indossano giacca e cravatta e le donne che invece si presentano con le spalle scoperte) o di tipologia di lavoro. Se l’aria condizionata scatena discussioni senza fine è colpa dell’algoritmo matematico con il quale sono stati impostati i termostati: lo ha appena dimostrato uno studio olandese pubblicato su Nature Climate Change.
L’equazione, per quanto sia possibile comprenderla, è questa:
PMV = [0.303e-0.036M + 0,028] {(M – W) – 3.96E-8ƒcl [(tcl + 273) 4 – (tr + 273) 4] – ƒclhc (tcl – ta) – 3.05 [5,73-,007 (M – W) – pa] – 0.42 [(M – W) – 58.15] – 0.0173M (5,87 – pa) – 0.0014M (34 – ta)}
E non sarebbe altro che una versione dell’equazione sul comfort termico di Fanger. Peccato che sia ‘tarata’ sul metabolismo di un uomo di 40 anni del peso approssimativo di 70 kg. E peccato che il metabolismo di un uomo sia ben diverso da quello di una donna, soprattutto dal punto di vista delle calorie sprigionate, e finisce per sovrastimare la produzione di calore a riposo delle donne fino al 35 per cento. Da cui la diversa percezione della stessa temperatura impostata sul condizionatore.
Che fare allora? Intanto sapere qual’è la temperatura giusta da impostare in ufficio, in estate come in inverno e poi magari suggerire a qualche maschio i 7 rimedi per combattere il caldo in ufficio evitando di pompare al massimo l’aria condizionata.