Cambiare lavoro dopo i 50 anni è qualcosa da far tremare i polsi. Perché molto è già stato fatto, spesso consolidando una posizione professionale. E perché in fondo manca poco alla fine della maratona della propria vita professionale. E sarebbe un po’ come arrivare al 30° chilometro di una maratona e decidere di prendere un’altra …
Cambiare lavoro dopo i 50 anni è qualcosa da far tremare i polsi. Perché molto è già stato fatto, spesso consolidando una posizione professionale. E perché in fondo manca poco alla fine della maratona della propria vita professionale. E sarebbe un po’ come arrivare al 30° chilometro di una maratona e decidere di prendere un’altra strada, forse più lunga, sicuramente non conosciuta. Ma questa è anche un po’ un’impostazione “vecchia”, figlia ancora dei tempi in cui il posto di lavoro di una vita era uno, forse due, al massimo tre nei casi più eclatanti. Ma il mondo è cambiato, corre più veloce, e sempre più persone, uomini e donne, pensano di cambiare lavoro dopo i 50 anni. Le motivazioni sono le più diverse: insoddisfazione economica, bisogno di un maggior equilibrio personale o famigliare, priorità modificate, talvolta i figli che ormai sono fuori casa (o quasi), spesso anche perché il lavoro lo si è perso e si vuole uscire da un settore che non garantisce più le prospettive di un tempo. E così si comincia a rimuginare di darci un taglio e cambiare, radicalmente. Sì può fare? Sì, si può fare, gli esempi non mancano. Ma per riuscirci davvero ed evitare un salto nel vuoto senza paracadute bisogna pianificare tutto bene, fuori e dentro di sé. Cominciando da questi 11 punti:
1. Pensa bene ai motivi
Possono essere oggettivi: perdita del lavoro, o fatturato dell’attività crollato perché il mondo è cambiato (per esempio quanto successe a chi noleggiava le videocassette). Oppure soggettivi: stanchezza e repulsione rispetto a un mondo professionale, desiderio di dedicarsi alle proprie passioni (avete presente i concorrenti di MasterChef?) o di trovare un nuovo equilibrio di vita. Qualunque sia la motivazione deve essere ben chiara e soprattutto molto forte. Sognare di lavorare su un’amaca alle Hawaii non è una motivazione nè chiara né forte.
2. Pensa alle conseguenze
Non solo quelle positive che ti spingerebbero a cambiare lavoro a 50 anni subito. Pensa a quelle negative: situazione finanziaria, conseguenze pensionistiche, necessità di cambiare casa, città, frequentazioni, orari.
3. Pensa se vuoi davvero cambiare lavoro
Nel senso di fare totalmente altro, oppure se l’insoddisfazione nasce dalla realtà in cui lavori e basterebbe anche solo cambiare azienda. A volte potrebbe bastare anche questo, e allora le strategie per cambiare lavoro dopo i 50 anni cambiano radicalmente.
4. Non fare tutto da solo
Se hai famiglia parlane con moglie e figli. Se hai ancora i genitori confrontati anche con loro. Parlane anche con gli amici, quelli veri. Ciascuno di loro ti darà un punto di vista diverso, alcuni ti sproneranno, altri cercheranno di dissuaderti: chiedi loro di specificare bene le loro motivazioni, scrivile su un foglio di carta, e poi meditaci sopra a lungo. Scoprirai aspetti a cui non avevi pensato.
5. Interpella un consulente professionale
Se puoi permettertelo, chiedi una consulenza a un mentore. Guidare le scelte di carriera è il loro lavoro, e potrebbero essere soldi spesi bene.
6. Valuta il settore in cui vorresti lavorare
Va bene seguire le proprie passioni e tirar fuori i vecchi sogni dal cassetto, ma devono anche funzionare dal punto di vista economico. Considera che più o meno avrai davanti a te ancora 20 anni di lavoro, e devono essere 20 redditizi per prepararti alla pensione.
7. Fai un bilancio delle competenze
Quelle che hai acquisito e che potrebbero tornarti utili e quelle che invece non hai e che sono indispensabili. Se hai fatto il manager per 25 anni e ora vuoi dedicarti alla ristorazione potrebbero tornarti utili le capacità gestionali, ma se non hai mai nemmeno spadellato ti servirà seguire un corso di cucina.
8. Considera se ti serve della formazione “ufficiale”
Titoli, diplomi, patentini, certificazioni: per molte professioni sono ancora indispensabili e obbligatorie per legge. Se hai sempre sognato di vivere in montagna e vuoi fare la guida turistica potresti dover seguire un corso e ottenere un patentino come accompagnatore di media montagna, o guida turistica certificata. Altrimenti è abusivismo della professione.
9. Considera l’età
Già, non dovrebbe essere così, la selezione del personale non avrebbe avere nessun vincolo discriminatorio. Ma se pensi di fare il Social Media Manager è bene aver chiaro che le aziende di quel settore assumono solo profili giovani. Non lo dicono apertamente, ma quando trovi scritto “candidato dinamico” è quello che intendono: persone giovani. E passare del tempo sui social non è la chiave per trovare lavoro in quel settore.
10. Ricreati un’identità professionale
Dovrai riscrivere da capo il tuo curriculum. Togliendo ciò che non serve, aggiungendo ciò che può interessare. A volte si tratta di competenze specifiche, altre di softskill. Lo stesso vale se decidi di metterti in proprio: pensa a cosa potrebbe farti scegliere dai tuoi ovi, potenziali clienti, e insisti su quello.
11. Fatti conoscere
Un nuovo profilo Linkedin, delle nuove pagine social, un nuovo curriculum, magari un sito Web se decidi di metterti in proprio. Farsi conoscere è l’unico modo per trovare nuove opportunità di lavoro. E ciò che sei stato prima non serve più (o serve molto poco).
12. Cogli le occasioni
Forse la cosa più importante. Mente aperta, sguardo vigile, e capacità di vedere le potenzialità. Era un altro mondo, ma Ray Kroc, l’inventore del McDonald’s, aveva più di 50 anni quando smise di vendere polverine per il frappé. A 63 anni aveva creato il suo impero.
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