Quando il collega diventa capo

Quando il collega diventa capo cambiano le competenze, le responsabilità e inevitabilmente anche le relazioni tra le persone

Quando il collega diventa capo

Quando il collega diventa capo è un momento molto delicato all’interno di un’azienda. Lo è per chi gode della promozione, lo è per gli ex pari grado, e lo è in generale per tutta l’organizzazione: quando passi da staff a manager non hai addosso solo gli occhi di chi prima sedeva accanto a te, ma anche quelli degli altri dirigenti, che scruteranno ogni tua mossa per capire se davvero vali la promozione e quel nuovo incarico. Insomma, passare da collega a capo di un gruppo di lavoro non è solo una questione di competenze specifiche ma investe anche le cosiddette soft-skill, dalle capacità comunicative a quelle manageriali, dalla gestione delle risorse alla capacità di prendere decisioni giuste, al momento giusto.

Quando il collega diventa capo: gli errori più comuni da evitare

Vediamo allora i più comuni errori che può commettere chi viene promosso a un ruolo di responsabilità, e quelli di chi deve mutare il proprio setting nei suoi confronti.

Non esplicitare il fatto che le cose sono cambiate

Sì, le cose sono cambiate, e quelli che fino a ieri erano colleghi pari grado, con cui lamentarsi dei capi, dei carichi di lavoro, dello stress, delle incertezze e di tutto quanto è quotidianità in un’azienda, ora sono collaboratori di grado inferiore. E no, non lo capiranno da soli che le cose sono cambiate. Anzi, il rischio è che la promozione scateni invidie, frustrazioni e ripicche. Per cui il primo atto formale e sostanziale da fare è quello di riunire il team ed esplicitare chiaramente che le cose sono cambiate, che le competenze e i rapporti da quel momento sono diversi e che da quel momento avrete precise responsabilità. Non bisogna spaventare nessuno (anche perché il messaggio diventerebbe che i primi a essere spaventati siete proprio voi) e anzi è bene essere tranquillizzanti. Calmi, ma fermi e decisi: il primo passo è sempre il più importante.

Continuare a comportarsi allo stesso modo

A pranzo assieme a parlare di lavoro, il caffè parlando del più e del meno, qualche battuta molto più che in amicizia, l’aperitivo dopo il lavoro: tutte cose che tra colleghi si fanno più o meno abitualmente e alle quali ora occorre dire basta. Il nuovo status impone anche nuovi comportamenti: l’abito fa il monaco, e così i comportamenti nella quotidianità. Ciò non significa che non si possa essere rilassati (anzi, un bravo manager usa più la carota del bastone, e diventare di colpo dei dittatori non aiuterà di certo) ma dopo aver chiarito le proprie nuove responsabilità, è bene far capire che le cose sono cambiate anche nella quotidianità.

Non cambiare scrivania

La forma è sostanza, anche nella “geografia” delle postazioni di lavoro. Vero è che sempre più vanno di moda gli uffici liquidi, gli open space senza gerarchia e gli spazi di lavoro orizzontali. Però insomma, su una nave il capitano è al timone, e anche voi dovete trovare una postazione che faccia capire che non siete più solo parte dell’equipaggio. Anche in questo caso chiarirlo subito e con calma farà la differenza tra l’apparire altezzosi tutto d’un colpo e prendere seriamente le nuove responsabilità.