Come valutare un CV senza un responsabile delle risorse umane

Il business va bene, l'azienda ha bisogno di ingrandirsi ma non hai ancora un ufficio recruiting: tocca a te selezionare le candidature

Come valutare un CV senza un responsabile delle risorse umane

E così è arrivato il momento di assumere qualcuno. Gli affari vanno bene ed è ora di costruire un vero team di lavoro. Hai messo gli annunci di lavoro per i profili professionali che stai cercando e stanno anche arrivando le prime candidature. Per cui è anche arrivato il momento di valutare un CV, ma non hai un responsabile delle risorse umane. E devi anche improvvisarti un po' HR manager.


Come valutare un CV senza un responsabile delle risorse umane?

Le risorse umane sono un lavoro tecnico e complesso, ma è inevitabile che nella fase di start-up di un'azienda, o quando le dimensioni sono ancora troppo piccole per dotarsi di un vero e proprio ufficio HR, tocca fare tutto da sé. E quando si tratta di selezionare un nuovo collaboratore e assumerlo bisogna stare molto attenti. Ovviamente ci sono molti aspetti tecnici e specifici da valutare, in funzione della mansione da soddisfare e dei compiti da svolgere. Ma ci sono anche altri aspetti delle cosiddette soft skill che possono davvero fare la differenza tra un candidato e l'altro.


Leggere il CV per farsi subito un'idea chiara

Quando arrivano diversi, molti o tantissimi CV da valutare la prima cosa da fare è una scrematura preventiva. Cioè leggere il CV per farsi subito un'idea chiara di chi scartare immediatamente. In questa prima fase occorre lavorare con una checklist di punti obbligatori senza i quali il candidato non è tale.
Ciascuno deve fare i conti con le esigenze della propria azienda, e da queste dipendono le informazioni rilevanti: se serve una figura plug & play o già esperta si potrà anche sorvolare sulla formazione e guardare le esperienze professionali rilevanti o più recenti; se al contrario si cerca una figura junior con prospettive di crescita allora il percorso di studi può diventare discriminante.
La cosa migliore è scrivere su un foglio di carta i punti che proprio non possono mancare, o magari organizzare il tutto in un file excel da riempire con le crocette, e dopo questa prima fase scartare tutti i candidati che non soddisfano tutti i requisiti richiesti.


Hard skill e competenze tecniche

Dopo la prima scrematura si passa all'analisi delle competenze tecniche specifiche, o hard skill. Sembra assurdo dirlo, ma non bisogna dare nulla per scontato: secondo alcune ricerche del settore HR e recruiting il 10% dei candidati dichiara titoli di studio o qualifiche false, il 25% elenca aziende inesistenti e il 32% modifica date di assunzione o impiego e anni d'esperienza. Un doppio controllo con qualche ricerca online, per esempio anche sui profili social, è sempre una buona idea. E nel dubbio appuntarsi di approfondire con attenzione quei punti in fase di colloquio.


Soft skill

Ma non di sole competenze tecniche specifiche, qualifiche e certificazioni vivono i team di lavoro, e oltre che il profilo giusto bisogna cercare anche la persona giusta. Ed è per questo che bisogna poi prestare attenzione alle cosiddette soft skill. Sempre secondo le indagini delle agenzie di recruiting il 75% dei candidati tende a inserire informazioni, qualità o caratteristiche personali non veritiere basate solo su ciò che presume potrà colpire l'attenzione del selezionatore. Tutti ormai scrivono di capacità di lavorare in team, o di essere in grado di gestire lo stress, o di essere proattivi. Come valutare queste informazioni? Sicuramente in fase di colloquio, ma anche spulciando le cosiddette esperienze extra curriculari: far parte o meno di un'associazione sportiva, fare o meno volontariato, avere o meno un progetto proprio possono dire molto della persona che ci si trova davanti.


La prima impressione è quella che conta

Fatta la prima scrematura, valutate le hard e le soft skill, rimarrà sempre un mazzetto corposo di CV e candidati tra cui scegliere. E a questo punto pescare dal mazzo non è affatto semplice. E qui si entra nella dimensione inafferrabile delle sensazioni personali.


Però ci sono alcune spie che si possono accendere già in fase di lettura dei CV. Una bella lettera di presentazione, lineare, motivata ma non enfatica, può far capire se si tratta di una candidatura seria anziché di un semplice curriculum inviato tanto per fare un tentativo. Anche la cura grafica con cui è confezionato il CV, l'esposizione chiara dei punti, una certa coerenza nel percorso e nelle informazioni fornite, nonché l'assenza di errori di battitura possono denotare attenzione e interesse.


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