Cosa deve avere un'azienda per renderti davvero felice
La risposta è nella cultura aziendale.
La risposta alla domanda su cosa deve avere un'azienda per renderti davvero felice non è nelle politiche salariali, nei benefit, negli spazi di lavoro o in altri aspetti materiali. La risposta è in ciò che hanno in comune le migliori società secondo la classifica «Best Workplaces Italia 2023», stilata partendo dai pareri espressi dai loro stessi collaboratori.
E ciò che rende felice chi lavora in un'azienda è la meritocrazia. Che non è semplicemente la competenza ma, da definizione, un sistema di valutazione e valorizzazione degli individui basato esclusivamente sul riconoscimento del loro merito. Meritocrazia sembra una parola antica, quasi desueta, e invece è relativamente recente, e attiene in modo specifico alla società contemporanea. La prima volta venne infatti utilizzata nel 1958 da un politico e sociologo britannico - Michael Young - in un libro satirico intitolato "The Rise of Meritocracy". Il tema era la mobilità sociale senza precedenti degli anni Sessanta nel Regno Unito, in contrapposizione al declino dell'aristocrazia e delle sue rigidità sociali.
Oggi ci si riferisce a un significato più ampio, e nel caso delle organizzazioni al fatto che le persone e le idee migliori trionfano. Cioè che tutti hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni e sono incoraggiati a condividerle apertamente, che queste opinioni vengono ascoltate e che le decisioni vengono prese in base a quelle ritenute migliori. Ma è anche importante comprendere che una meritocrazia non è una democrazia. Non c'è una "decisione per consenso"; non tutti hanno un voto. Questa è la distinzione chiave della meritocrazia. Mentre tutti hanno voce, alcuni vengono ascoltati più di altri.
Un'altra cosa importante da comprendere è che questa apertura a tutte le opinioni è il volano del successo, non solo individuale ma anche dell'azienda. Non a caso i migliori posti di lavoro secondo «Best Workplaces Italia 2023» hanno ottenuto oltre al gradimento dei propri collaboratori anche una crescita media annua del fatturato pari al 26%.
Ma come si costruisce e si mantiene una cultura aziendale meritocratica? Si può partire da 3 pilastri irrinunciabili.
1. Potenziare i leader
Che non sono i manager, ma le persone all'interno dei team in grado di influenzarne le performance positivamente. In ogni team ci sono diverse tipologie di leadership, e i manager dovrebbero imparare a delegare loro poteri decisionali.
2. Favorire la passione
Un leader è tale se può esprimere le proprie inclinazioni. Cioè lavorare per le proprie passioni. Se uno sviluppatore si sente gratificato nel lavorare a progetti di sviluppo difficili e complessi, metterlo a fare il supervisore non è necessariamente un modo per farlo sentire felice, gratificato e appassionato del proprio lavoro. Magari sarebbe più gratificato nel fare da mentore, o da team leader, e non vuole sobbarcarsi anche i compiti manageriali. Ogni storia è diversa, e i manager devono avere la sensibilità per capirla.
3. Ascoltare
Favorite una cultura dell'ascolto significa comprendere che nessuno ha tutte le risposte. In una meritocrazia, una grande leadership non consiste nell'avere grandi idee, ma nell'assicurarsi che le migliori idee emergano. E questo avviene solo con una vera, profonda e radicata cultura dell'ascolto.
NB: la strada verso una vera meritocrazia aziendale sarà un percorso accidentanto, faticoso e costellato di momenti di incertezza. Ma è anche l'unico modo per rimanere all'avanguardia e far emergere le migliori idee e i migliori talenti.