La DAD, la Didattica A Distanza, è tornata tra noi. Con il nuovo DPCM del 3 novembre gli studenti delle scuole secondarie superiori, e probabilmente anche molti delle medie, tornano a fare lezione da casa, davanti allo schermo del computer. Ora, la didattica a distanza non è scuola, questo è pacifico, ma se al primo …
La DAD, la Didattica A Distanza, è tornata tra noi. Con il nuovo DPCM del 3 novembre gli studenti delle scuole secondarie superiori, e probabilmente anche molti delle medie, tornano a fare lezione da casa, davanti allo schermo del computer. Ora, la didattica a distanza non è scuola, questo è pacifico, ma se al primo lockdown ha trovato impreparati molti se non tutti, sia docenti che studenti e famiglie, ora il “primo tempo” di questa partita con le conseguenze del Coronavirus l’abbiamo già giocata, e dobbiamo farne tesoro. Pensare di replicare esattamente ciò che accade in classe nella modalità da remoto non funziona, esattamente come non funziona replicare la vita e le dinamiche da ufficio con lo smart working. Servono strategie nuove, diverse, smart e in qualche modo creative. Come queste 3 idee per sfruttare appieno la DAD.
1. Rivedere gli orari Nessuno è in grado di seguire con profitto 5 o 6 o più ore di lezione stando seduto davanti allo schermo di unn computer. La scuola ha suoi tempi, compresi quelli di ricreazione, e così deve essere anche per la DAD: se ci sono 2 ore di fila di una stessa materia se ne può dedicare una parte alla spiegazione e una parte al lavoro, anche in autonomia e scollegati.
2. Coinvolgere gli studenti Chiedere loro di preparare una presentazione multimediale, di cercare un video su un determinato argomento, di esporre un argomento alla classe sono tutti modi per variare il ritmo, il tono e il modo delle lezioni.
3. Mantenere il senso di comunità Non si può più lavorare fisicamente a gruppi, in aula come a casa, ma bisogna contrastare il rischio di atomizzare gli studenti, isolandoli nella loro solitudine. Gli strumenti per collaborare online esistono, occorre stimolare i ragazzi a trovare nuovi modi per lavorare assieme.