Dare le dimissioni: 7 errori da non fare

Quasi tutti si preoccupano molto dei possibili errori da non fare quando si sta cercando un lavoro, pochi si preoccupano degli errori da non fare quando si tratta di dare le dimissioni. Già, perché anche nei rapporti professionali si ricorda soprattutto di come ci si lascia e anche l’ultima impressione vale quanto la prima. Motivo …

Dare le dimissioni: 7 errori da non fare

Quasi tutti si preoccupano molto dei possibili errori da non fare quando si sta cercando un lavoro, pochi si preoccupano degli errori da non fare quando si tratta di dare le dimissioni. Già, perché anche nei rapporti professionali si ricorda soprattutto di come ci si lascia e anche l’ultima impressione vale quanto la prima. Motivo per cui anche dare le dimissioni ha una etichetta da rispettare e alcune semplici regole da avere bene in mente quando si tratta di lasciare un lavoro per un altro.


Errore n° 1: non dirlo al capo


Non c’è niente di peggio di un capo che viene a sapere delle imminenti dimissioni di un collaboratore dopo che già tutti lo sanno. Nel momento in cui intimamente siete convinti di lasciare quel posto di lavoro, ditelo al vostro capo diretto. Poi lo direte ai colleghi, alle risorse umane e a ogni altra figura che sia interessata a saperlo. Ma prima di tutto ditelo al capo.


Errore n° 2: comunicarle via mail o messaggio


Le dimissioni non si annunciano al capo con un messaggino su WhatsApp e nemmeno con una mail. La cosa ideale sarebbe farlo di persona, guardandosi negli occhi, ma se questo non è possibile allora una telefonata o una videoconferenza, ma un messaggio scritto, e altamente fraintendibile, no, mai.


Errore n° 3: dare informazioni sul prossimo lavoro


Non si è tenuti a farlo per legge, si può declinare garbatamente la curiosità, più o meno insistente, di capo e colleghi, e comunque finché non avete “firmato” dall’altra parte è meglio non dire nulla. Una buona frase potrebbe essere “Preferisco non condividere ulteriori dettagli finché non c’è nulla di ufficiale“, che dice tutto e niente e funziona sempre.


Errore n° 4: non avere una strategia di uscita


La collaborazione dura fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno, e di fatto ci si aspetta che si sia produttivi fino all’ultimo. Ma soprattutto è apprezzato il fatto di preparare un handover e avere una strategia di uscita che dal momento dell’annuncio al momento in cui si lascia l’azienda prepari il “dopo di voi”.


Errore n° 5: non calcolare i tempi


Anche per dare le dimissioni, come per un licenziamento, ci sono tempi stabiliti per legge. È bene tenerli a mente (normalmente sono nel proprio contratto di lavoro) e rispettarli, senza prendere impegni impossibili da mantenere con il prossimo datore di lavoro.


Errore n° 6: dare spiegazioni nella lettera di dimissioni


Le aziende richiedono sempre una lettera di dimissioni, più per questioni burocratiche e formali che per altro. Ma basta limitarsi all’essenziale, dichiarando che si rassegnano le dimissioni e segnalando quale sarà l’ultimo giorno di lavoro in azienda. Di sicuro sono da evitare commenti, ricordi di episodi spiacevoli o altre informazioni non richieste. Al massimo, se il rapporto di lavoro è stato buono e soddisfacente, si può trovare una forma neutra per ringraziare le persone e l’azienda per il tempo positivamente trascorso.


Errore n° 7: lasciare traccia di sé


Inevitabilmente qualcosa della vita privata si trasferisce al lavoro, vuoi qualche mail personale, vuoi qualche contatto, vuoi qualche messaggio o simile. Ecco, tutto questo è da cancellare prima ancora di comunicare le dimissioni al proprio capo. In molte aziende il rapporto si conclude serenamente, in altre il momento delle dimissioni è l’ultimo attimo di vita del rapporto lavorativo dopo il quale non si ha più accesso a computer, serve, smartphone e altro. Meglio non lasciare mai traccia di sé.