Dove sedersi in una riunione

Decidere dove sedersi in una riunione dice molto delle intenzioni e del potere che si hanno

Dove sedersi in una riunione

Dove sedersi in una riunione dice molto delle intenzione che si hanno. E chi ha studiato un po’ di dinamiche di gruppo e di prossemica, che è la scienza che studia il modo in cui le persone interagiscono nello spazio, sa interpretare già al primo colpo d’occhio chi sarà dalla sua parte e da chi arriveranno gli attacchi più insidiosi. D’altra parte tutti abbiamo fatto i nostri semplici ragionamenti su dove sederci in una situazione nuova, come il primo giorno di scuola: alle elementari volevamo solo stare vicino all’amico/a del cuore, ma già alle medie e superiori probabilmente abbiamo scelto un posto non troppo da secchione (prima fila davanti alla cattedra) o da casinista (ultima fila, possibilmente ben nascosti). E così funziona né più né meno quando si tratta di sedersi intorno a un tavolo per affrontare una discussione.

Il trono del leader

È Il posto che tutti sanno essere per chi comanda in quella situazione, dal manager all’amministratore di condominio. Normalmente è a capo tavola, se si tratta di un tavolo lungo da riunione, o comunque in posizione dominante rispetto agli altri: spalle al muro o alle finestre, occhi sulla porta d’ingresso, tutto sotto controllo.

La postazione d’attacco

L’oppositore principale sceglierà la sua postazione d’attacco esattamente agli antipodi. È il cosiddetto punto focale, ovvero dove si concentra maggiormente l’attenzione del leader. In un tavolo è al capo opposto, in una riunione plenaria nelle prime file (ma non in primissima fila) esattamente davanti al palco, vicino al corridoio centrale. Simbolicamente, e fisicamente, il leader e il suo alter ego sono l’uno contro l’altro, e tutte le altre persone oscilleranno tra i due fuochi. Se siete il leader, guardate subito davanti a voi e avrete già capito il vostro antagonista.

L’alleato

Accanto al leader, a destra e/o a sinistra. Un po’ come i vassalli dei signori medievali, gli alleati, i fedelissimi, si siedono accanto al leader, a proteggerne i fianchi: c’è chi ne ha lo status per esserlo e chi vorrebbe e si accaparra quei posti per adulare e farsi notare. Conviene sempre non dimenticarlo.

Le sorprese

Le dinamiche umane non sono mai semplici e prevedibili, e oltre all’antagonista bisogna fare attenzione alle sorprese, gli attacchi inattesi, che potrebbero venire dai lati. Anzi, normalmente chi attacca dai lati è più subdolo, attende il momento giusto, non parte a testa bassa e, potenzialmente è quello che può mettere più in difficoltà. In un tavolo a U potrebbe trovarsi nel mezzo dei due bracci laterali, o in un’assemblea intorno alla quarta / quinta fila, in una sedia vicino ai corridoi esterni. Preparatevi a rintuzzare i suoi attacchi o vi colpirà davvero ai fianchi.