Uno dei positivi effetti del Coronavirus è la quantità di tempo e km risparmiati grazie allo smartworking. È il risultato, non sorprendente ma su cui ragionare, dell’Indagine Euromobility 2020 sullo smart working nella fase 1 del Covid-19 che ha cercato di valutare e stimare l’impatto che il lavoro agile, o da remoto come in questo frangente di lockdown, può avere sul work-life balance e sull’ambiente. In media, durante il lockdown, ogni lavoratore ha risparmiato 36 km di spostamenti casa – lavoro al giorno, di cui la metà in auto: tempo e denaro che si potrebbero impiegare diversamente, tanto che il 47% dei lavoratori interpellati per l’indagine si è detto molto soddisfatto dell’esperienza di lavoro agile e il 37% vorrebbe mantenere lo smart working il più possibile, con la punta del 52% che gradirebbe poter usufruire ancora di questa modalità di lavoro almeno per qualche giorno a settimane.
Certo sulla bilancia dei pro e contro degli effetti del Coronavirus bisogna mettere tutto: da un lato il fatto che il centro delle città si è svuotato, con le indubbie ricadute negative per negozi ed esercizi commerciali (si pensi a ristoranti e bar che si affollano per la pausa pranzo dei lavoratori) ma ci sono anche positivi impatti dal punto di vista energetico e ambientale da considerare. E poi – forse soprattutto . il grande tema dell’equilibrio vita – lavoro: se si considera che il 68% degli intervistati usa l’auto per recarsi al lavoro, e il congestionamento che tutti conosciamo delle nostre città si ripercuote nelle ore passate in auto in viaggio tra casa e lavoro, è indubbio che dal punto di vista economico (consumi in carburante e pedaggi, deterioramento dell’auto) e di qualità della vita (almeno) un po’ di smartworking sarebbe un vantaggio almeno per i lavoratori.
Quella del lockdown da COVID-19 è stata una “sperimentazione forzata”, con non pochi problemi di tipo tecnologico e contrattuale, ma come dichiara Lorenzo Bertuccio, presidente di Euromobility, “con le dovute attenzioni ai diritti e al benessere complessivo del lavoratore non v’è dubbio che il lavoro a distanza, in forma di telelavoro o smart working, rappresenti una grande opportunità per le nostre città e la nostra qualità della vita, con evidenti vantaggi energetici e ambientali, sia a livello locale sia a livello globale“.