La metà di chi va in ferie torna peggio di prima. Cioè più stanco, più stressato, spesso anche (più) malato. Assurdo? Sì, se non fosse che non è una questione di chiacchiere da bar ma il risultato di una ricerca pubblicata dal National Center for Biotechnology Information da cui risulta che il 40% dei lavoratori …
La metà di chi va in ferie torna peggio di prima. Cioè più stanco, più stressato, spesso anche (più) malato. Assurdo? Sì, se non fosse che non è una questione di chiacchiere da bar ma il risultato di una ricerca pubblicata dal National Center for Biotechnology Information da cui risulta che il 40% dei lavoratori intervistati torna dalle vacanze peggio di come ci era andato. Non che in vacanza non siano stati bene, anzi: quasi la totalità dice di essersi sentito meglio, dal punto di vista fisico e mentale, rispetto a quando era a casa e al lavoro (e su questo non ci dovrebbero essere dubbi). Il problema è il ritorno alla “normalità” e la causa starebbe nel cosa si fa durante le vacanze. Cioè, la tesi degli studiosi americani, è che una vacanza totalmente passiva, senza attività stimolanti per il corpo o per la mente, sarebbe l’anticamera dell’insoddisfazione e degli acciacchi.
Come fare allora per godere di una vacanza davvero gratificante e tale da profondere i propri benefici effetti anche al ritorno e per almeno qualche settimana?
Come prima cosa pianificare bene tutto ciò che potrebbe essere stressante: l’orario della partenza in auto o del volo aereo, gli spostamenti eventuali da aeroporti o stazioni, i giorni, gli orari e la tipologia di escursioni o esperienze prenotate. Più si riduce l’incertezza e più diminuisce lo stress.
Secondo: dimenticare l’elettronica. Sì ok, tutti vogliamo postare sui social foto delle vacanze, ma poi dal postare si passa al guardare compulsivamente le bacheche degli altri (e il confronto è inevitabile) e infine si aprono anche le notifiche di lavoro. Vacanza significa staccare mentalmente, oltre che fisicamente, dal lavoro. E siccome ormai smartphone e computer sono diventati gli strumenti principe del lavoro, chiuderli e spegnerli è il modo migliore per stare alla larga dall’onda lunga dello stress professionale.
Terzo: gestire i tempi. Ok, se non potete proprio staccare completamente, datevi delle regole per gestire i tempi. La mail si controlla 1 volta al giorno, per un tempo limitato e stabilito: 30′ al mattino? Ok, ma con il cronometro sottomano e non 1′ di più.
Quarto: cambiare abitudini. Vacanza significa vuoto, ed è un vuoto da riempire con qualcosa di nuovo, diverso e inconsueto. Dormire fino a mezzogiorno? Alzarsi prima dell’alba per una corsa o un giro in bici? Mangiare sempre all’aperto? Non cucinare mai? Qualunque sia il desiderio di fare cose diverse dal solito, è bene farle, spezzando la routine e cambiando le abitudini. Cambiare posto mantenendo le stesse abitudini non è proprio una vacanza.
Quinto: oziare. va bene spassarsela, va bene fare esperienze nuove e diverse, ma c’è anche l’ozio, quel lusso che normalmente facciamo fatica a concederci. Stare senza fare nulla, e senza sensi di colpa, è un potente rigeneratore del corpo e della mente. Non tutta la vacanza così, ma qualche mezza giornata di puro ozio vale quanto una botta di adrenalina. Ed è comunque un modo di spassarsela.
Sesto: riservate un giorno tra quando tornate dalle vacanze e quando ricominciate a lavorare. Scendere dall’aereo la domenica sera e presentarsi in ufficio il lunedì mattina sarà anche da eroi moderni ma è una botta esagerata. Un giorno off in mezzo, per resettare la mente, dal punto di vista psicologico vale quanto se non più di un giorno di vacanza.