Lo smart working potrebbe essere un problema per la sicurezza informatica

Lo smart working potrebbe essere un problema per la sicurezza informatica. E un po’ c’era da aspettarselo, visto che dall’oggi al domani siamo rimasti tutti a casa e ci siamo dovuti arrangiare in qualche modo per poter continuare a lavorare. Nel frattempo ci siamo preoccupati di tante cose, in primis ovviamente di stare alla larga …

Lo smart working potrebbe essere un problema per la sicurezza informatica

Lo smart working potrebbe essere un problema per la sicurezza informatica. E un po’ c’era da aspettarselo, visto che dall’oggi al domani siamo rimasti tutti a casa e ci siamo dovuti arrangiare in qualche modo per poter continuare a lavorare. Nel frattempo ci siamo preoccupati di tante cose, in primis ovviamente di stare alla larga dal COVID-19 ma anche di riuscire a conciliare lavoro e vita famigliare, gestire gli spazi di casa, gestire i tempi del lavoro, riuscire a essere comunque produttivi e riuscire comunque a mantenere i contatti professionali. Ma ora che il picco dell’emergenza sembra essere passato e che si cominciano a fare i conti con quel ricorso massiccio e repentino allo smart working, ci si accorge anche che la pandemia sanitaria potrebbe diventare anche una pandemia di sicurezza digitale: secondo una ricerca di Check Point Software Technologies, fornitore di soluzioni di cybersecurity a livello globale, e Dimensional Research, il 95% delle aziende al mondo ha sperimentato problemi di sicurezza digitale legati allo smart working. Cioè praticamente tutte le aziende.
Del resto il Coronavirus ha colto tutti impreparati, anche aziende e lavoratori costretti allo smart working, e la maggior parte delle aziende si è trovata a dover creare da zero e di fretta i sistemi per il lavoro da remoto, dal cloud alle VPN e fino ai sistemi di videoconferenza. E comunque, anche qualora tutto ciò sia stato fatto a regola d’arte, chi è stato costretto a rimanere a casa dalla sera alla mattina ha dovuto far ricorso ai propri dispositivi personali, dai computer agli smartphone, e non c’è bisogno di una indagine per sapere che non sempre sono protetti, dall’ultimo aggiornamento ai sistemi anti-Virus o anti-malware.
Siti di phishing, spam e ogni altro sistema per intrufolarsi nelle reti aziendali è stato messo in campo dagli hacker, anche creando siti Internet istantanei legati al Coronavirus o ai bonus del Governo. La raccomandazione è sempre quella di prestare estrema attenzione alla sicurezza e attendibilità dei siti che si visitano e dei messaggi che si ricevono, ma è indubbio che le aziende dovranno rapidamente dotarsi di sistemi di sicurezza digitale tali da garantire lo smart working anche nei mesi a venire.