Sembra passato un secolo da quando “lavoro” faceva rima solo e soltanto con “ufficio”. E invece due anni di pandemia hanno spazzato via quel modello unico ed è tutto un proliferare di nuovi nomi e nuove modalità di lavoro. Lo smart working è qui per restare, indubbiamente e anche con la fine eventuale dello stato …
Sembra passato un secolo da quando “lavoro” faceva rima solo e soltanto con “ufficio”. E invece due anni di pandemia hanno spazzato via quel modello unico ed è tutto un proliferare di nuovi nomi e nuove modalità di lavoro. Lo smart working è qui per restare, indubbiamente e anche con la fine eventuale dello stato di emergenza: sono tantissimi i lavoratori che ormai si sono abituati a questa modalità e ora non vogliono più tornare indietro.
C’è però una buona fetta di persone che rimpiange i bei tempi della vita da ufficio, e al rientro tra fine estate 2021 o primavera 2022 si è ritrovato con la novità dell’hot desking. Il fatto cioè che ci sono meno postazioni e scrivanie delle persone che lavorano in quell’ufficio. Un buon modo per risparmiare per l’azienda, non proprio graditissimo per chi aveva fatto della propria postazione di lavoro il proprio angolo di mondo.
E mentre si dibatte ancora tra smart, agile e telelavoro ecco ora spuntare il Near Working. La terza via, o la via di mezzo, tra lo smart e l’ufficio, tra l’agile e il coworking. Cos’è il Near Working lo dice già un po’ il nome: lavorare vicino. Cioè vicino a casa. Un po’ come se l’ufficio si fosse “atomizzato” in tanti piccoli spazi di coworking in giro per la città, consentendo alle persone di ridurre i tempi di spostamento casa-lavoro-casa e conciliare vita e professione ancor meglio. Senza le scomodità dello smart da casa, ma senza nemmeno quelle del lavoro che – come il dentista quando si ha il mal di denti – è sempre dalla parte opposta della città.
Il vantaggio non è solo di risparmio di tempo e denaro per i dipendenti. C’è anche una questione di risparmio per le aziende (appoggiandosi a Coworking diffusi sul territorio si può gestire la flessibilità del personale e risparmiare sugli affidi delle sedi centrali da centinaia di postazioni di lavoro) nonché un beneficio ambientale.
Meno persone che si spostano con i mezzi propri a motore e prediligono spostarsi a piedi o in bicicletta date le brevi distanze sono anche un minor impatto ambientale del commuting. Un aspetto che sempre più le amministrazioni pubbliche stanno mettendo al centro della loro azione.