Il posto di lavoro può essere un luogo di grande armonia in cui si stringono belle amicizie tra colleghi. Eppure c’è sempre qualcuno con cui proprio non si riesce a interagire per una ragione o per un’altra. Competizione, gelosia, incompatibilità di carattere… quale sia il motivo, l’atmosfera serena in ufficio può essere turbata da atteggiamenti negativi di questo o quella collega che non ci consentono di fare bene il nostro lavoro. Come individuare i segni di ostilità degli altri e come ignorarli, evitare di arrabbiarsi o impermalirsi?
Problemi, stress e momenti di tensione tendono a ingigantirsi e ad assumere proporzioni esagerate che possono avere anche un impatto negativo sul nostro umore, sul rendimento al lavoro e sulla motivazione ad andare ogni giorno in ufficio. Un periodo di stress e lavoro intenso sono già mentalmente affaticanti e se vi si aggiungono anche tensioni con i colleghi, lavorare serenamente può diventare ancora più difficile.
Quella battuta di troppo
Una battuta fuori posto o l’ennesima critica velata sotto forma di frecciatina sono generalmente le armi vincenti per il collega che vuole provocarvi. Non è necessario che sia un commento inerente al lavoro che state svolgendo, basta che dica qualcosa di maligno sul vostro abbigliamento o su cosa vi siete portati da casa per la pausa pranzo ed ecco che vi sentite pronti ad esplodere. Fermatevi un momento e concentratevi su qualcosa di positivo. Quello che dovete evitare, infatti, è di cadere nella trappola che il maligno collega vi ha preparato: non reagite d’impulso, perché è quello che si aspetta da voi. Cercate di farvi scivolare addosso quel commento, altrimenti il rischio è che ci pensiate per il resto della giornata e ve lo portiate come un fardello a casa, sommato al normale stress accumulato durante la giornata.
Disseminare il panico tra i colleghi
Poi c’è una tipologia di collega che “si diverte” a disseminare il terrore in ufficio, diffondendo informazioni spesso errate o gonfiate dalla sua fantasia. “I licenziamenti di massa sono in agguato” o “l’azienda non naviga in buone acque” sono le frasi preferite diffuse dal collega che trae massima soddisfazione nel vedere i volti trasfigurati dall’ansia e dal terrore di un imminente licenziamento che oggigiorno ci spaventa più che mai. Solitamente la notizia fa il giro dell’ufficio per un paio di giorni e poi si sgonfia. L’arma migliore per non farsi coinvolgere dalla psicosi è quella di non dare troppo peso a questa o quella notizia, soprattutto se avete già sentito in precedenza notizie del genere provenienti dalla stessa fonte.
Il collega che “la sa lunga”
Ad esserlo sono spesso i colleghi che hanno più esperienza e anzianità in azienda e assumono il ruolo di coloro che la sanno più degli altri, soprattutto di quelli appena arrivati. Per prima cosa accolgono “la nuova recluta” sotto la loro ala, spiegando in breve come funzionano “veramente” le cose in ufficio: chi frequentare, da chi stare alla larga, come comportarsi col capo e, di certo, non si risparmiano in gossip e critiche. Le dicerie sono nocive e a maggior ragione controproducenti quando si è appena entrati a far parte di un nuovo team di colleghi. Non fate troppo caso a tutto ciò che vi verrà detto. Il collega criticone tende a dare una panoramica sconfortante delle dinamiche all’interno dell’ufficio e questo può rovinarvi le aspettative del primo giorno di lavoro. Pensate invece a questo nuovo capitolo della vostra vita lavorativa in maniera propositiva, ascoltando anche altri colleghi, fidandovi, in primis, del vostro istinto e osservando con i vostri occhi quello che avviene quotidianamente in ufficio.
Giocare d’astuzia
Uno screzio con un collega con il quale non c’è mai stata una particolare simpatia può portare a incrinare i rapporti sul lavoro e questo è decisamente controproducente per voi e per il vostro rendimento. Innanzitutto bisogna evitare qualsiasi tipo di contrasto con i colleghi competitivi e arroganti. Anziché scontrarvi con loro, fateveli alleati in modo da farvi rispettare e non incorrere in nessun potenziale conflitto. Una buona dose di osservazione dei loro comportamenti e diplomazia dei rapporti vi tireranno fuori d’impaccio in situazioni a rischio. Un altro importante trucco è non farsi coinvolgere in dinamiche conflittuali che interessano altri colleghi e, quindi, non prendere posizioni ma, allontanandovi dalla ‘zona di guerra’ e andate a sedervi nella vostra postazione; eviterete di essere a conoscenza dei fatti e quindi di essere messi in mezzo.
Essere nel mirino
In un ambiente lavorativo poco sereno, gelosie e malignità si esprimono in critiche fini a sé stesse e per nulla costruttive. Nel mirino potete finirci anche voi e per evitare di rimanerci male, soprattutto quando le critiche provengono da qualcuno per cui non nutrite una particolare stima, dovete cercare di immunizzarvi, facendovi scivolare addosso quello che avete sentito o vi hanno riferito. Passare al contrattacco può avere effetti controproducenti mentre l’equilibrio e la non-azione sono la tattica vincente per non dare troppa importanza a una critica espressa in maniera del tutto gratuita.
Con questo non vogliamo dire che tutti i colleghi siano maligni, o che vi vogliano fare la guerra ma è bene sempre stare all’erta e individuare di chi ci possiamo fidare e da chi invece è meglio stare alla larga. È anzi più frequente che nascano ottimi rapporti lavorativi e talvolta anche d’amicizia con i colleghi e con il capo e coltivarli dentro e fuori l’ufficio ci farà apprezzare e ci darà la giusta carica per affrontare una nuova giornata di lavoro.
Com’è il vostro ambiente di lavoro? Rilassato o un campo di battaglia? Avete più colleghi amici o nemici? Condividete con noi la vostra esperienza personale, sulla nostra pagina Facebook Viking Italia.