Open Space, il trionfo della solitudine

Gli Open Space sono il trionfo della solitudine, riducono le interazioni tra le persone e fanno aumentare mail e messaggi impersonali

Open Space, il trionfo della solitudine

Degli Open Space si è detto tutto e il contrario di tutto: che avrebbero aumentato la produttività, che avrebbero diminuito lo stress dei lavoratori, che avrebbero ridotto le spese aziendali e che avrebbero anche favorito la circolazione delle idee e quindi la nascita di nuovi prodotti e servizi. E quello che sembrava una soluzione si sta rivelando in effetti un problema: negli Open Space trionfa la solitudine.

Open Space, il trionfo della solitudine

A dire che gli Open Space sono il trionfo della solitudine è una dettagliata ricerca condotta da due ricercatori della Harvard Business School e Harvard University: Ethan S. Bernstein e Stephen Turban hanno convinto un azienda USA ad abbattere le barriere fisiche in ufficio, eliminando i cubicoli e migrando all’organizzazione open space, ma soprattutto prima e dopo questo cambiamento hanno misurato il livello e la tipologia di interazioni tra i lavoratori.

Come prima cosa hanno munito i lavorato di badge con sensori di prossimità che registravano la vicinanza di altri lavoratori, potendo così contare e quantificare il numero e la durata delle interazioni personali durante il giorno. Poi hanno anche misurato il numero di mail e altre forme di messaggistica tra gli stessi dipendenti, sia prima che dopo l’eliminazione delle barriere fisiche e il passaggio all’ufficio aperto.

Il risultato? Sorpresa! Le interazioni di persona sono crollate del 72%, passando da un totale di 6 ore nell’arco di 15 giorni a 1,7 e contemporaneamente la “produzione” di mail è aumentata del 56% e quella di messaggi tipo WhastApp del 67%, con un incremento del 75% delle parole usate. In corrispondenza di questo cambiamento l’azienda ha anche registrato un calo dei livelli di produttività in relazione alle metriche comunemente utilizzate.

Open Space, come organizzarlo

Quindi open space addio? No, non tutto è da buttare perché alla fine dipende come organizzi gli spazi. Per esempio creare gruppi di scrivanie vicine dove trovano posto persone che lavorano in team, creare spazi di tavolini e sedie dove potersi confrontare e discutere (magari sorseggiando un caffè) e ancora posizionare librerie e scaffali dove riporre i documenti sono tutti accorgimenti che possono stimolare e favorire l’interazione tra le persone, contrastando la tendenza all’isolamento che anche gli open space non riescono a limitare.