Manager, dirigenti (e politici) sono i peggiori lettori d’Italia: 4 su 10 non leggono nemmeno un libro all’anno, e a dirlo è una ricerca dell’AIE, Associazione Italiana Editori, appena presentata alla Fiera del Libro di Francoforte. Non che la situazione sia migliore prendendo in considerazione l’intero paese: in Italia c’è un diffuso disinteresse verso la cultura e la conoscenza (il 58% degli italiani non apre nemmeno un libro all’anno…) che però è ancora più grave se riguarda la classe dirigente.
La verità è che la classe dirigente, politica ma non solo, non sa nemmeno cos’è è un libro. Viviamo nella società della conoscenza, dove la capacità competitiva del paese risiede nella sua cultura. Con questi dati siamo destinati al declino
Federico Motta, presidente di AIE
E il confronto con altri paesi è disarmante: in Spagna e Francia la percentuale di dirigenti non lettori è al 17%, meno della metà del nostro Paese, e sull’intera popolazione si parla rispettivamente del 37% e 30%, anche qui numeri dimezzati rispetto all’Italia.
E se per esempio i danesi sono i lavoratori più felici del mondo anche perché investono parecchio nella formazione continua, in Italia gli investimenti nella conoscenza si riducono sempre più tanto che Motta, presidente AIE ammette sconsolato di non sapere il motivo per cui la classe dirigente italiana non legge neanche una pagina all’anno.