La tecnologia sta cambiando l’orizzonte del lavoro, e in un futuro anche molto vicino saranno necessarie competenze e professioni che oggi possono anche non essere ancora immaginabili. A delineare i profili dei professionisti che serviranno nel futuro è ormai da qualche anno il rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal, che prende l’avvio da un doppio …
La tecnologia sta cambiando l’orizzonte del lavoro, e in un futuro anche molto vicino saranno necessarie competenze e professioni che oggi possono anche non essere ancora immaginabili. A delineare i profili dei professionisti che serviranno nel futuro è ormai da qualche anno il rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal, che prende l’avvio da un doppio scenario. Il primo riguarda il naturale turnover della forza lavoro in Italia che, nonostante la bassa crescita economica, richiederà tra 5 anni oltre 3 milioni di nuovi professionisti. Il secondo riguarda invece la creazione di nuovi settori, come quelli della digital transformation e dell’ecosostenibilità, il cui fabbisogno professionale è oggi solo ipotizzabile ma sicuramente in crescita.
In quali settori serviranno i professionisti del futuro
Secondo il rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal laureati di alto profilo saranno richiesti soprattutto nei settori medico-sanitario, economico, ingegneria-architettura, giuridico e statistico mentre si tenderà a ricercare diplomati soprattutto nell’ambito dell’amministrazione, finanza e marketing, nell’industria e artigianato, e nel turismo. Laureati e diplomati si spartiranno il 60% delle nuove posizioni vacanti mentre il 30% sarà riservato alle professioni tecniche a diverso livello di specializzazione.
I professionisti del futuro dovranno avere competenze digitali
Discorso trasversale a tutte le professioni richieste da qui a 5 anni e oltre è quello delle competenze digitali, che saranno il tema ricorrente in tutte le ricerche di candidati nei prossimi anni. Accanto alle competenze digitali saranno valutate ancor più importanti le competenze relazionali.
Perché, come si legge nel rapporto:
lo sviluppo tech rende rapidamente obsolete le competenze tecniche apprese a scuola o durante l’università e richiede una forte integrazione con competenze trasversali (relazionali-cognitive-comunicative) quali il pensiero critico, la condivisione, la capacità di negoziazione, l’empatia e la cooperazione
I settori in cui saranno ricercati maggiormente i professionisti del futuro
Volendo quantificare le prospettive occupazionali nei settori in cui saranno ricercati maggiormente i professionisti del futuro, la digital transformation e l’ecosostenibilità saranno i grandi player del mercato del lavoro: serviranno tra i 275 mila e i 325 mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali e social o relative agli sviluppi nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale o dei big data e delle tecnologie 4.0 e oltre mezzo milione di professionisti di business e tecnologia green.
Altre interessanti filiere dove si concentrerà la domanda futura di lavoro saranno il settore della “Salute e Benessere“, che cercherà tra i 361 mila e 407 mila lavoratori, prevalentemente in ambito medico-sanitario e assistenziale, dell’“Education e cultura”, che avrà bisogno di oltre 140 mila professionisti, e della “Meccatronica e robotica“, che potrebbe assumere fino a 86 mila lavoratori entro il 2023.
I profili professionali più richiesti tra laureati e diplomati
Nei prossimi cinque anni le Università italiane sforneranno meno laureati (circa 893.600 unità) di quanti ne serviranno effettivamente (tra le 959 mila e il milione). Poi però per per alcuni indirizzi di laurea ci sarà una maggiore richiesta di profili rispetto a quanti si attende usciranno dalle Università (per esempio nei settori medico-sanitario, economico, ingegneria-architettura, giuridico e statistico) mentre per i diplomati ci sarà un surplus di offerta, a esclusione di indirizzi come amministrazione-marketing, costruzioni, elettronica ed elettrotecnica.