Il ritorno dei benefit aziendali

Complice lo smart working e la pandemia, tra gli interessi dei lavoratori tornano a essere importanti anche i benefit aziendali

Il ritorno dei benefit aziendali

La pandemia ha davvero dato uno scossone al modo in cui ci relazioniamo con il nostro lavoro. E tra le priorità che stanno scalando l’interesse dei lavoratori tornano a fare capolino i benefit. Roba che sembrava essere stata travolta dall’attenzione spasmodica verso il work-life balance che tanto piace ai Millenial, e che invece complice anche i lockdown, lo smart working e le incertezze sul futuro sta prepotentemente tornando alla ribalta. Soprattutto quando si tratta di contrattazione e attrazione dei talenti.


Lo certificano alcune ricerche appena uscite. Secondo quella di Forrester per HRO Today (testata USA specializzata) 8 dipendenti su 10 vorrebbero (o si aspettano) un allargamento dei benefit aziendali. Quella di Harris Interactive ha scavato nel dettaglio e ha scoperto che piacciono molti i premi immediati (36%) seguiti da buoni pasto (30%), bonus a obiettivi a lungo termine (24%), assicurazione medica (23%), mensa aziendale (23%) e fondi pensione o assicurazione sulla vita (22%). Curiosamente all’ultimo posto risulta l’auto aziendale (17%), evidentemente non più un benefit così importante in tempi di smart working e nuova mobilità.


Digitalizzazione, smart working, flessibilità, sostenibilità stanno cambiando il mondo del lavoro e così i benefit diventano strumento di attrazione dei talenti, di incentivo e fidelizzazione dei collaboratori, ma anche di contrasto alla Great Resignation.