Che il ritorno a scuola, in aula, ci sarà, l’hanno promesso tutti: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina. Quello che ancora non si è capito, che le famiglie e i genitori non hanno capito, è come sarà il ritorno a scuola. Cosa succederà il 14 settembre? Al netto di studi nuovi o vecchi sulla diffusione del Coronavirus tra i bambini e i giovani, Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi, dal Sole 24 Ore ha chiesto un «documento snello e prescrittivo sugli aspetti meramente sanitari», ma poi c’è l’autonomia scolastica, e molti presidi e dirigenti scolastici si sono già mossi, emanando circolari e informative alle famiglie con le prime, probabili e presumibili linee guida. Che riguardano la vita in aula ma anche fuori dalle aule, l’ingresso e l’uscita da scuola, i momenti che un tempo erano di condivisione – mensa, palestre, laboratori – e ciò che avviene anche prima dell’ingresso a scuola. E alcune cose si possono già prevedere.
1. Ingressi scaglionati
È il primo, prevedibile provvedimento per evitare gli assembramenti e gli affollamenti. Quell’aria di festa ma anche trafelata tipica di ogni ingresso di ogni scuola del mondo potrebbe diventare un ricordo: ingressi rigidamente scaglionati, ingressi separati laddove possibile, magari qualcuno a misurare la temperatura corporea (ma i sindacati dei collaboratori scolastici nicchiano e lo stesso CTS lo sconsiglia).
2. Distanza di 1 metro da bocca a bocca
Questa è l’indicazione per il tempo in aula e da qui è nato tutto il dibattito sui banchi monoposto, con le rotelle. Ma non è detto che i “banchi rotanti” basteranno, perché ci sono aule che consentono il distanziamento sociale anche con i banchi tradizionali e aule che non lo consentono nemmeno con i banchi ergonomici. E allora il dirigente scolastico potrebbe optare per i turni: difficile alla primaria, possibile alle medie, probabile alle superiori. L’alternativa? La DAD, didattica a distanza, che però con il ritorno a una pseudo normalità anche dei genitori in pochi vogliono.
3. Mascherina?
Sì, no, vediamo. Sì in ogni spazio comune e ogni momento “collettivo” (come l’ingresso e l’uscita, gli spostamenti dalle aule e così via); no in aula, al proprio posto, durante la didattica. Però il CTS ha detto “vediamo a fine agosto” e già molte scuole si sono premurate di comunicare che la mascherina bisognerà averla, e averne anche una di scorta.
4. Prof, posso andare in bagno?
Sarà una delle domande più temute dai docenti. Perché in bagno si potrà andare uno per volta (ma chi controlla?), perché bisognerà tenere la mascherina (ma chi controlla?), perché le finestre dovranno rimanere aperte per il ricircolo dell’aria (ma chi controlla?) e perché in teoria dovrebbero esserci bagni separati per chi viene dall’esterno (per esempio i genitori per i colloqui). Insomma, andare in bagno più che una scusa potrebbe essere un bel problema.
5. Igiene il più possibile
Dispenser, liquidi igienizzanti, gel sanificante, saponi e tutto quello che significa igiene e sicurezza: dovranno essere ovunque, nei bagni, nei corridoi, in aula, in mensa, in palestra, negli uffici amministrativi. L’igiene, insieme al distanziamento e alla protezione delle vie respiratorie, sembra essere una delle poche cose che funzionano per contenere il COVID-19.
6. E l’intervallo?
Potrebbe trasformarsi in una specie di “ora d’aria”, altro che nascondino, giochi con la palla, ce l’hai e altro. Permanendo la necessità di distanziamento sociale, di separazione dei gruppi e il divieto di assembramento, ciò che è plausibile è che l’intervallo diventi una passeggiata all’aperto mantenendo le distanze e indossando le mascherine. E sperando ovviamente nel bel tempo il più possibile.
7. E la mensa?
Altro problema enorme che dovranno affrontare le scuole (dopo che l’han già affrontato le aziende). C’è chi ha già detto che non sarà garantita, chi pensa a dilatare l’orario (ma rimane il problema di pulire e igienizzare i tavoli oltre a quello del cibo che si raffredda), e chi farà mangiare gli alunni in aula, con la distribuzione di lunch box. Di sicuro anche l’allegria confusionaria di ogni mensa scolastica che si rispetti sarà un lontano ricordo.